video suggerito
video suggerito

Perseguita i vicini ai Parioli: condannato per stalking l’imprenditore Francesco Agnello

Con la compagna avrebbe messo in atto per oltre dieci anni veri e propri atti persecutori nei confronti dei condomini della palazzina dei Parioli dove abita. La condanna per stalking confermata anche in secondo grado per l’imprenditore Francesco Agnello.
A cura di Redazione Roma
11 CONDIVISIONI
Immagine

Francesco Agnello è stato condannato con la compagna a un anno e due mesi per stalking. La sentenza della Corte d'Appello di Roma, ha confermato in secondo grado la decisione dei giudici, riconoscendo la coppia colpevole di aver tiranneggiato per più di dieci anni gli inquilini di una palazzina ai Parioli. I fatti sarebbero andati avanti dal 2006 al 2020, fino a finire in tribunale. Agnello, originario di Torre Annunziata ma da molti anni romano di adozione, è un imprenditore. Si è interessato anche al calcio: il suo nome è stato più volte accostato a club di serie B e C, e recentemente ha concretizzato il suo pallino acquistando l'U.S. Ancona.

Secondo quanto riportato nella sentenza per anni gli inquilini del lussuoso condominio, abitato da diplomatici e professionisti, sono stati costretti ad "attraversare le zone condivise il più velocemente possibile", con il cellulare in mano pronto a filmare per "scoraggiare azioni violente". L'imprenditore e la compagna avrebbero dato vita, secondo quanto ricostruito durante il processo, a una vera e propria escalation a partire da litigi tutto sommato futili tra insulti e minacce. A verbale frasi come "vi ammazziamo tutti" o "ti cacceremo via vecchiaccia". In un'occasione addirittura la minaccia di incendiare un appartamento.

La vicenda, raccontata oggi sulle pagine del quotidiano il Messaggero, potrebbe non essere ancora finita in tribunale (probabile che l'imprenditore ricorrerà al terzo grado di giudizio), ma è già valsa per Agnello un divieto di avvicinamento al condominio, misura attenuata successivamente con il divieto di avvicinamento ai condomini. I giudici hanno riconosciuto che quelli messi in atto da Agnello erano veri e propri atti persecutori. Diversi condomini negli anni si sono visti costretti a modificare le proprie abitudini di vita, compreso rinunciare al proprio posto auto per evitare rappresaglie sulle proprie automobili. La coppia invece, utilizzava il garage a proprio piacimento pur non essendo proprietaria di nessun posto auto. C'è chi invece aveva paura di invitare amici o conoscenti a casa, o di uscire in alcune ore. Ora tutto questo è finito, ma si è dovuti arrivare in un'aula di tribunale.

11 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views