Paragone vuole imbarcare CasaPound in Italexit ma succede un putiferio: “O noi o i neofascisti”
L'agitatissimo mondo delle liste e delle coalizione "anti sistema" nate dalle piazze no vax e no green pass, tutte contro l'Europa e sovraniste e più o meno filo russe, sicuramente tutte zeppe di amanti delle teorie del complotto, non manca di regalare ogni giorno nuove divisioni e piccoli colpi di scena. È il caso di Italexit, la formazione di Gianluigi Paragone data attorno al 2% nei sondaggi elettorali, che ieri ha visto rompersi il sodalizio con Alternativa, il gruppo degli ex grillini che non hanno votato la fiducia al governo Draghi capitanati dal deputato Pino Cabras.
"Laddove c'era un consenso di fondo su una serie di importanti nomi da presentare come candidati, nella composizione in dettaglio delle liste presentata da Italexit abbiamo riscontrato la presenza – anche in ruoli di capolista – di candidati organici a formazioni di ispirazione neofascista", scrivono ieri in una nota quelli di Alternativa dichiarando sciolto il sodalizio con Italexit. ma chi sono questi esponenti di estrema destra nelle liste di Italexit? È presto detto: stiamo parlando di quelli di CasaPound. E nel ruolo di capolista ci sarebbe stata Carlotta Chiaraluce, esponente di Ostia del movimento diventata uno dei volti più noti a livello nazionale.
Lo spostamento a destra della formazione di Paragone era già iniziato con l'arrivo del senatore di Fiumicino eletto nelle liste della Lega William De Vecchis, un passato di militante di estrema destra, che potrebbe aver fatto da trait d'union con CasaPound. D'altronde raccogliere le firme per presentarsi alle elezioni non è un'impresa semplice, e l'alleanza con un movimento radicato bene o male in tutta Italia e con militanti a disposizione può far gola a Paragone.
Ma CasaPound non aveva detto di non volerne più sapere di elezioni?
Dai diretti interessati nessun commento. Certo è che basta fare un giro sui social di Chiaraluce per vedere come le uscite contro il green pass e le prese di posizioni vaccino scettiche sono aumentate negli ultimi giorni, mentre si diradano quanto più possibile. L'ex portavoce, vicepresidente e frontman elettorale di CasaPound Simone Di Stefano intanto è uscito dal movimento per fondare "Alternativa per l'Italia" con Mario Adinolfi. Dopo aver accusato Di Stefano di opportunismo, quelli di CasaPound avevano ribadito in quel frangente la scelta di non candidarsi alle elezioni (dopo le cocenti delusioni del 2018 e del 2019). Ora qualcosa è cambiato? O la scelta di candidare alcuni dei nomi più in vista come indipendenti in una lista senza usare il nome e il simbolo di CasaPound è coerente con quella durissima presa di parola contro l'elettoralismo a tutti i costi?