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Palpeggiamenti nella volante e ritorsioni in caso di rifiuto: vigile a processo per stalking e molestie

Nel mirino dell’uomo, 65 anni, numerose colleghe: il vigile avrebbe più volte allungato le mani, provato a baciarle senza consenso e consegnato valutazioni negative in caso di rifiuto. Gli episodi contestati risalgono agli anni tra il 2011 e il 2016.
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"Senti freddo? Ti scaldo un po'", la penosa scusa per allungare le mani addosso a una collega. E ancora: palpeggiamenti e carezze non volute in auto, durante i servizi esterni, approfittando del grado superiore. Ma non finisce qua, con vere e proprie aggressioni a sfondo sessuale in ascensore, pizzicotti sulle gambe e vendette sul luogo di lavoro contro le ragazze che "osavano" rifiutare le sue avances. Questo sarebbe l'incubo vissuto per cinque lunghi anni, tra il 2011 e il 2016, da alcune vigili urbane che hanno subito stalking e molestie sessuali da un loro collega di 65 anni: sul caso sta indagando la Procura, che ha aperto un'inchiesta per violenza sessuale e stalking, reati aggravati dall’abuso delle funzioni di funzionario della polizia locale. Lo riporta il Corriere della Sera.

Le molestie sul posto di lavoro

Sono numerose le colleghe a essere finite nel mirino dell'uomo, un vigile urbano di 65 anni attualmente a processo per violenza sessuale e stalking. Le donne in questione hanno confermato le denunce anche di fronte ai giudici della prima sezione penale. Gli episodi ai quali si fa riferimento sarebbero accaduti tra il 2011 e il 2016, cinque lunghi anni nei quali secondo le vigili sarebbero state molteplici e ripetute le sgradevoli avances ricevute dal 65enne. Per non parlare degli abusi.

Secondo le testimonianze riportate dal Corriere, era il 16 giugno 2016 quando il vigile ha molestato quella che sembrerebbe essere una delle tante colleghe sul posto di lavoro: le avrebbe prima provato a slacciare, ovviamente senza consenso, i gancetti del reggiseno attraverso la maglia, per poi accarezzarle la schiena e ordinarle infine di salire in macchina per accompagnarlo in un servizio esterno. All'interno della vettura, senza lasciare via di fuga alla collega, già intrappolata a causa della posizione di rango inferiore, il 65enne avrebbe continuato con le molestie: le avrebbe messo una mano sulla coscia, facendo così tanta pressione da provocarle una sensazione di dolore; per poi continuare con dei pizzicotti sempre sulle gambe, una volta tornati in ufficio.

E non si tratta del primo caso di abusi sessuali: "Senti freddo? Ti scaldo un po'" era stato il pretesto usato per allungare le mani fino alla coscia della donna, sempre la stessa collega, già nel 2011.

L'aggressione in ascensore

Un altro caso riportato dal Corriere è quello che avrebbe visto coinvolta un'altra vigile, anche lei vittima delle molestie del 65enne che la avrebbe più volte palpeggiata, toccandole le gambe senza consenso. Fino a quando un giorno i due si sono ritrovati da soli in ascensore: quella che doveva essere un'innocua manciata di secondi per spostarsi da un piano all'altro si è trasformata ben presto in un incubo, con l'uomo che le avrebbe cinto i fianchi, chiusa in un angolo e poi baciata a forza sul collo. Per liberarsi dalle sue grinfie, la donna lo avrebbe allora colpito con uno schiaffo.

Le ritorsioni in caso di rifiuto

Ad aggravare ulteriormente, se possibile, il quadro, emergono anche episodi di abuso di potere, di vere e proprie ritorsioni nei confronti di colleghe che hanno "osato rifiutare" le avances indesiderate. Sfruttando il grado gerarchico superiore, il 65enne avrebbe contestato la bontà del lavoro dell’agente. La sua colpa? Aver risposto di no quando era stata contattata dall'uomo con il numero privato per chiederle di uscire. E ancora, averlo respinto quando questo aveva provato a baciarla dopo averla riaccompagnata a casa a fine turno. A quel punto la vendetta dell'uomo, fatta di giudizi e pareri negativi sull'operato della collega, che però nulla avrebbero avuto a che fare con le reali azioni della donna.

Per le vigili, l'invivibile clima fatto di molestie e abusi sul posto di lavoro sembrerebbe ormai finito: l'uomo è attualmente indagato per violenza sessuale e stalking, reati aggravati dall’abuso delle funzioni di funzionario della polizia locale.

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