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Ossa umane trovate in spiaggia a Gaeta: lo scheletro ha quasi 2mila anni

La datazione riconduce i resti umani trovati lo scorso novembre a Gaeta a un periodo compreso tra il 154 avanti Cristo e il 78 dopo Cristo.
A cura di Enrico Tata
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Il 23 novembre scorso un passante notò alcune ossa sulla spiaggia di Sant'Agostino a Gaeta e diede l'allarme. Nella sabbia c'era un intero scheletro umano, praticamente integro e ben conservato. Ebbene, dopo quattro mesi sono arrivati i risultati delle analisi: non appartiene a nessuna delle persone scomparse in zona negli ultimi anni, ma risale addirittura a quasi 2mila anni fa.

La datazione riconduce infatti i resti umani trovati a Gaeta a un periodo compreso tra il 154 avanti Cristo e il 78 dopo Cristo, ha stabilito l'analisi isotopica del radiocarbonio. Lo scheletro si presentava in posizione distesa prona e la preservazione delle articolazioni, hanno spiegato gli esperti, faceva presupporre che si trattasse di una posizione originaria, non accidentale.

Il cranio era praticamente integro, completo di mandibola e in ottimo stato di conservazione. A causa di un lieve dismorfismo, tuttavia, non è stato possibile accertare in prima battuta il sesso dell'individuo. Dalla valutazione del cinto pelvico, completo ma danneggiato, gli scienziati hanno trovato alcuni elementi morfologici maschili e l'ipotesi che si trattasse di un maschio è stata poi confermata dall'approfondimento genetico: il profilo del Dna, infatti, ha rilevato una netta presenza del cromosoma Y. Dall'analisi del cranio è stato inoltre determinare l'età dell'uomo, circa 60 anni, e la sua origine, caucasica. Aveva infine un'altezza compresa tra 168 e 191 centimetri. Su questo non è stato possibile attribuire un range più ristretto.

Le indagini sullo scheletro della spiaggia di Sant'Agostino sono state condotte dai poliziotti del Commissariato di Gaeta e coordinate dalla Procura della Repubblica di Cassino.

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