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Orlandi, l’avvocata Sgrò: “Dossier su Emanuela in Vaticano è un passo verso la verità, ma non basta”

Il Vaticano ha ammesso l’esistenza di un fascicolo su Emanuela Orlandi: “Ci chiediamo perché abbiano negato e chi lo abbia conservato fino ad ora”, fa sapere la legale della famiglia, Laura Sgrò.
A cura di Beatrice Tominic
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"Chiediamo di poter visionare il dossier da 7 anni, perché ci è stato risposto che non esisteva? – è quanto si chiede l'avvocata Laura Sgrò che da anni assiste la famiglia Orlandi – Chi ha custodito questo dossier fino ad oggi?"

Questo è il primo commento da parte della legale della famiglia Orlandi sul dossier la cui esistenza è stata rivelata ieri dal promotore della giustizia vaticana Alessandro Diddi, dopo che, per anni, dalla Santa Sede, è stata negata.

"Ammettere che esiste il fascicolo è un passo verso la verità"

"L'ammissione da parte del Promotore di Giustizia dell’esistenza di un fascicolo in Vaticano su Emanuela Orlandi è un passo avanti importante verso la verità – ha dichiarato l'avvocata Laura Sgrò – Che il Vaticano abbia compiuto delle attività sul rapimento di Emanuela Orlandi è un fatto certo, ma non ha mai condiviso queste informazioni né con la famiglia Orlandi né con la procura di Roma".

Il dossier su Emanuela Orlandi in Vaticano

Non è chiaro cosa possa essere contenuto in questo fascicolo. Se all'interno del dossier si trovano le informazioni emerse durante quella "ricostruzione storica" di cui ha parlato l'ex capo della gendarmeria vaticana, Domenico Giani, in commissione bicamerale d'inchiesta,  vengono destate delle perplessità.

"Nel 2012 il comandante Giani avrebbe redatto questa ricostruzione storica, che sarebbe adesso nella disponibilità del Promotore di Giustizia – ricapitola l'avvocata Sgrò – Ma in quell'anno era in corso la seconda inchiesta sul sequestro di Emanuela: in un'ottica di leale collaborazione, i magistrati avrebbero potuto giovarsi delle risultanze vaticane".

Le richieste della famiglia Orlandi negli anni

Una volta venuta a conoscenza del dossier su Emanuela, la famiglia Orlandi ha sempre chiesto risposte a riguardo. Sebbene più volte dalla Santa Sede abbiano negato la sua esistenza, il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, ha sempre sostenuto che il primo ad avergliene parlato è stato padre Georg.

"La famiglia ha fatto richiesta di prenderne visione e di estrarre copia di questo fascicolo dal 2017, pure rispettandone il segreto istruttorio, mentre l'inchiesta vaticana è stata aperta nel gennaio del 2023, soltanto sei anni dopo – ha continuato l'avvocata Sgrò – Per questo troviamo lecito chiedersi chi abbia custodito questo fascicolo fino ad ora, visto che in più occasioni, nei predetti anni, è stato riferito pubblicamente dalle autorità vaticane che non esisteva alcun fascicolo e che quello di Emanuela Orlandi era un caso chiuso".

Le risposte della famiglia Orlandi

Sul caso restano ancora innumerevoli domande senza risposta, a partire dal dossier.  "La famiglia Orlandi confida che vengano finalmente date delle risposte chiarificatrici, considerate le innumerevoli istanze da loro formulate alle autorità vaticane e si augura sia giunto davvero il momento di fare chiarezza – ha sottolineato ancora l'avvocata Sgrò – E che la Procura di Roma nonché la Commissione Parlamentare di inchiesta si attivino quanto prima per chiedere l’acquisizione di questo fascicolo".

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