Orlandi, il vice della gendarmeria vaticana Alessandrini: “Con i pm non c’è mai stata trattativa”
"Non c'era nessun accordo". È ciò che ha riferito Costanzo Alessandrini nel corso del suo intervento davanti alla commissione bicamerale d'inchiesta sul caso di scomparsa di Emanuela Orlandi. Alessandrini, vice comandate della gendarmeria vaticana negli anni in cui, all'apice, c'era il comandante Domenico Giani, ha spiegato la posizione del Vaticano rispetto ai pm di Roma nei confronti dei quali c'era soltanto "una collaborazione di immagine".
Nel corso del suo intervento sembra smentire l'esistenza di quella che è stata definita "trattativa" fra Stato e Chiesa in merito alla estumulazione della tomba di De Pedis dalla chiesa di Sant'Apollinare.
Costanzo Alessandrini sulla tomba di De Pedis: "Con i pm nessuna trattativa"
Secondo quanto spiegato in commissione nella mattina di martedì 10 dicembre 2024 da Alessandrini, non ci sarebbe stato alcun accordo, soltanto una "collaborazione d'immagine" che avrebbe portato i due gendarmi ad offrire la disponibilità della Santa Sede allo Stato.
"Ricordo che la ministra dell'Interno dell'epoca diceva che la basilica di Sant'Apollinare era extraterritoriale e che ci fu anche un'interrogazione di Walter Veltroni. Sbagliato, noi precisammo questo aspetto. Ma il nostro unico interesse era quello di mostrare la nostra disponibilità e collaborazione affinché questa presenza scomoda, insolita di questa tomba (si riferisce a quella di De Pedis, ndr) fosse tolta", ha dichiarato, sottolineando che, in realtà, la Procura avrebbe potuto operare anche senza autorizzazione in quella chiesa.
Il vice della gendarmeria vaticana sull'ipotesi dei resti di Orlandi con De Pedis: "Assurdo"
Alessandrini ha poi ripercorso quei momenti. "Soltanto nella trasmissione Chi l'ha visto? sono emerse le voci sulla possibilità di trovare i resti della povera Emanuela nella stessa tomba – ha ricordato – Ma come era possibile se Emanuela era sparita quasi sette anni prima dell'omicidio di Pedis? Fatto sta che quando andammo da Capaldo condividemmo la questione della traslatura e il fatto che lui con una eventuale apertura poteva constatare la presenza del solo cadavere di De Pedis", ha precisato.
"L' incontro con Capaldo si ripetè poi in Vaticano, ma fu il nulla, forse Capaldo ha pensato questi vengono da me e portano qualcosa ma noi eravamo per una collaborazione, ripeto, simbolica, una disponibilità – ha ribadito ancora una volta – Non c'è stato nessun accordo". Una testimonianza che non sembra quadrare con quanto riportato invece da Capaldo, secondo cui sarebbe stato proprio il Vaticano a chiedere di aprire la tomba in Sant'Apollinare alla Procura di Roma, "come favore".
Emanuela Orlandi scomparsi a Roma: "Se ne parla solo perché è una cittadina vaticana"
Dopo aver sviscerato al questione della tomba di De Pedis, ha fornito la sua personale opinione sul caso, riportando alla memoria anche la cosiddetta tratta delle bianche: "Secondo me la vicenda della povera Emanuela è un fatto di cronaca nera avvenuto a Roma tragicamente come tanti altri fatti – ha ipotizzato – Se Emanuela Orlandi fosse nata e cresciuta ai Parioli o a Pietralata, non se ne sarebbe più parlato però Emanuela è una cittadina vaticana e questo ha dato modo a tanti di parlare".
E, forse riferendosi velatamente ad alcune affermazioni che sono emerse in passato, aggiunge: "Hanno parlato anche troppo, sono arrivati ad infangare la gigantesca figura di Giovanni Paolo II, una cosa che mi ha fatto molto male, ma se mi chiedete una risposta tecnica, io non ho elementi".
Le indagini su Emanuela Orlandi: "Mai esistite"
A differenza del comandante Giani, che ha parlato di ricostruzione storica, forse facendo da apripista al promotore di giustizia vaticana Alessandro Diddi a scoprire le carte sull'esistenza di un fascicolo aperto su Emanuela Orlandi redatto ben prima delle indagini annunciate nel gennaio 2023, Alessandrini ha dichiarato che "la Gendarmeria non è mai stata incaricata di nessuna indagine".
Nessuna operazione, stando a quanto ha dichiarato, da parte del Vaticano fino alla richiesta di collaborazione sulla tomba di De Pedis. "La Gendarmeria vaticana dal giugno dell'83 fino a quando non entriamo in campo per la questione di De Pedis non ha fatto nulla, non abbiamo ricevuto alcuna attività delegata da chicchessia – ha spiegato, prima di aggiungere – Emanuela Orlandi è scomparsa in Italia, a Roma, non vedo che cosa avrebbe dovuto fare l'organo competente, forse se sparisse oggi con le nuove normative…sono diverse abbiamo visto ad esempio il caso Regeni, ma al tempo così è andata".
Quando il vicepresidente Morassut gli ha ricordato le dichiarazioni dell'ex capo della Polizia Vincenzo Parisi, in quel momento numero due del Sisde, sul famoso diaframma che sarebbe stato interposto tra Santa Sede e stato italiano, ha risposto ponendo il dubbio sullo stesso agente: "Mi sembra strano che un capo della polizia che ben sapeva il lavoro fatto dalla squadra mobile che ha fatto le indagini in Vaticano comprese le intercettazioni, si esprima così. Noi comunque non avevamo nemmeno i mezzi per fare le intercettazioni".
Alessandrini sul dossier Orlandi in Vaticano : "Solo un appunto, fatto su fonti aperte"
Interrogato sull'esistenza del fascicolo in Vaticano sul caso Orlandi, ne ha descritto il contenuto: "Non si intende il resoconto di un'indagine, ma solo una ricostruzione storica su fonti aperte, questa è la sacrosanta verità. Si è trattato di un appunto, fatto per lo più su fonti aperte".
E ne ha spiegato la genesi: "Il segretario particolare del Papa, monsignor Georg Gaenswein (che ha sempre negato l'esistenza di un fascicolo sulla ragazzina scomparsa, ndr), ci chiese dopo queste incessanti discussioni su una presunta presenza delle ossa di Emanuela nella basilica di Sant'Apollinare un resoconto cronologico di tutta la storia perché non ne sapeva nulla".