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Orfini, Madia, Cirinnà: chi è nel PD che sostiene la candidatura di D’Amato alla Regione Lazio

L’assessore alla Sanità che ha gestito l’emergenza Covid si è candidato alle primarie per scegliere il governatore della Regione Lazio. Sono diversi nel Partito Democratico a sostenerlo. Orfini: “Il nome migliore per vincere”. Cirinnà: “Con Alessio perché serve rinnovamento”.
A cura di Valerio Renzi
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Sono tanti nel Partito Democratico a essere convinti che la candidatura di Alessio D'Amato sia la migliore carta possibile per far vincere il centrosinistra alle prossime elezioni regionali nel Lazio della primavera del 2023, una sfida durissima, e per fare delle primarie di coalizione vere. Il ciclo di governo di Nicola Zingaretti si è chiuso e D'Amato per molti potrebbe rappresentare allo stesso tempo una nuova pagina e la continuità con l'esperienza precedente.

L'assessore alla Sanità dalla sua ha una carta importante da giocare: la notorietà e consenso guadagnati sul campo nella gestione dell'emergenza Covid (nonostante le polemiche su Sputnik e sulla gestione dello Spallanzani), che lo rendono molto più riconoscibile agli elettori degli altri candidati dem in campo. E oggettivamente la gestione della pandemia nel Lazio rimane al momento uno dei modelli migliori messi in campo in Italia. Lo stesso segretario Enrico Letta sarebbe rimasto impressionato dai sondaggi, da prendere con le pinze a più di un anno dal voto e senza conoscere il nome del centrodestra, che danno il centrosinistra vincente solo in caso di candidatura di D'Amato.

L'assessore però ha un difetto secondo i suoi detrattori: se è ha indubbie doti di governo e organizzative, oltre a essere un buon comunicatore, non è altrettanto bravo nell'arte del compromesso e dell'ascolto necessari in politica. Un paradosso in questo momento visto che il suo nome alle primarie garantirebbe la partecipazione di tutto il campo larghissimo (dal M5S ad Azione) che attualmente governa la Regione Lazio, con Carlo Calenda che già ha fatto il suo endorsement chiarissimo a favore dell'assessore.

"Tra i nomi attualmente in campo e quelli che leggo sui giornali quello di D'Amato è sicuramente il nome migliore e con maggiori possibilità di vittoria, ce lo dicono i sondaggi ma anche il senso comune", argomenta Matteo Orfini. Ma i turchi non sono gli unici a lavorare nel Partito Democratico per la candidatura di D'Amato: ci sono tra gli altri l'ex ministra Marianna Madia, Monica Cirinnà e il sindaco di Fiumicino Esterino Montino, oltre a dirigenti e amministratori locali. "Serve rinnovamento nel PD di Roma e del Lazio, Alessio D'Amato può essere un nome che va al di là delle correnti e parla a tutti i cittadini, e lo fa dicendo cose di sinistra e il partito ne ha bisogno", ci spiega Cirinnà.

Il diretto interessato in un'intervista lo scorso sabato a Repubblica ha chiarito di "essere a disposizione del Partito Democratico", per la ricerca di un candidato unitario. Un'indicazione espressa con molta chiarezza dal segretario Enrico Letta, in una riunione in cui ha messo correnti e dirigenti locali a sedere attorno al tavolo, dicendo loro che così non va per niente bene.

Ma quella del segretario sembra una mission impossible. AreaDem sostiene l'attuale vicepresidente Daniele Leodori, e Dario Franceschini ha alzato la posta del confronto difendendo il ruolo delle correnti come luoghi di elaborazione politica, chiamando in causa direttamente con Nicola Zingaretti. Il governatore uscente nel mentre ha trovato un'intesa con il gruppo che sostiene Roberto Gualtieri attorno al nome di Enrico Gasbarra: un nuovo patto che cementa un asse che finora si era mostrato traballante, e una candidatura che si vorrebbe far passare direttamente senza primarie.

Al pari di D'Amato chi è già partita per la sua campagna di ascolto è la consigliera e capogruppo della civica Zingaretti Marta Bonafoni, che sta tessendo insieme liste civiche, associazionismo e terzo settore, esperienze che difficilmente si attiverebbe attorno a un candidato con il bollino del PD. Domani la tappa a Palombara Sabina, il giorno dopo a Grottaferrata e poi Viterbo, Rieti, Cassino, Latina.

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