Operazione ‘Mandrakata’, truffa da 100mila euro: sul mercato nero casse di Franciacorta mai pagate
Associazione a delinquere finalizzata alle truffe e sostituzione di persona: sono queste le ipotesi di reato per le cinque persone finite in carcere stamattina a Roma. Con una società risultata del tutto falsa avrebbero fatto ordini di vini pregiati ad operatori commerciali del settore vitivinicolo per un valore di circa 100mila euro. Senza mai pagare un euro, avrebbero poi rivenduto la merce al mercato nero. Il centro logistico nella zona della stazione Tiburtina, al vertice una donna: 14 le truffe scoperte, ma potrebbero essere molte di più.
"Rinomata società di ristorazione e catering ad alti livelli": la bufala usata per truffare
Secondo quanto appreso dagli investigatori, l'associazione composta da cinque persone fingeva di essere una rinomata società quotata per azioni che si occupava di ristorazione e catering ad altissimi livelli. Si presentavano a importanti società del settore vitivinicolo con una grande credibilità, costruita, però, su bugie e documenti falsi. Loghi, timbri, carte intestate, email: era tutto fittizio ma molto convincente. Con questo profilo da grandi imprenditori i cinque avrebbero messo a segno ben 14 truffe, per un valore di 100mila euro. Una volta ricevuta la merce relativa all'ordine, si davano alla macchia, non effettuando il pagamento. Le casse di Franciacorta, prosecco e altri prodotti di qualità finivano nei magazzini situati vicino alla stazione Tiburtina, il centro logistico dell'associazione. Da qui, la merce veniva ricettata e finiva in un sistema di mercato illecito parallelo.
Cinque persone in carcere nell'operazione "Mandrakata"
L’indagine è scattata nel dicembre del 2019 ed è proseguita fino al settembre del 2020. Stamattina all'alba, i Carabinieri della Compagnia Roma Parioli si sono divisi tra Roma, Monterotondo, Cesano di Roma e Brocciano per gli arresti dell'operazione denominata "Mandrakata". Gli uomini dell'Arma hanno hanno dato esecuzione alle ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica. Ora, le cinque persone dovranno rispondere del reato di associazione per delinquere finalizzata alle truffe e sostituzione di persona.