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Omotransfobia, la Gay Help Line compie 19 anni. Il fondatore: “Oggi ci sono più alleati e meno silenzio”

Diciannove anni fa è nata Gay Help Line: in questi anni sono più di 360.000 le persone che hanno chiesto aiuto. Ma la situazione resta critica: “Poche leggi e società non ancora pronta”, è il commento del fondatore Fabrizio Marrazzo.
A cura di Beatrice Tominic
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"Più alleati della comunità LGBTQIA+ e meno silenzio, ma in alcuni casi resta lo stigma. Ma la società deve ancora cambiare". Questo il commento dio Fabrizio Marrazzo, fondatore della Gay Help Line 800 713 713, a Fanpage.it nata nel marzo di diciannove anni fa, nel 2006 a seguito della tragica morte di Paolo Seganti, giovane omosessuale ucciso al Parco delle Valli da due omofobi.

Da quando è stato attivato il servizio, prima soltanto telefonico e oggi utilizzabile anche tramite la chat Speakly.org, sono molti i casi raccolti: più di 360mila persone si sono messe in contatto con Gay Help Line, per una media di circa 20mila ogni anno. "Mostra quanto le persone LGBTQIA+ si trovino ancora oggi ad affrontare discriminazioni, violenze e isolamento".

Gay Help Line a Roma e nel Lazio

"Si tratta di un traguardo importante per un servizio prezioso per la comunità LGBTQIA+ e anche per la nostra città – ha dichiarato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri in occasione di questo traguardo così importante –  Grazie alle operatrici e agli operatori della Gay Help Line che gestisce oggi, attraverso il Gay Center, il Contact Center di Roma Capitale, per la professionalità e l’impegno quotidiano. Come Roma Capitale, continueremo a sostenere il loro lavoro come quello delle tante realtà che si occupano del benessere delle persone LGBTQIA+ che vivono nella nostra città".

Non è mancato il commento del governatore della Regione Lazio Francesco Rocca: "La discriminazione e la prevaricazione non devono trovare spazio nella regione Lazio: ecco perché sosteniamo questo importante presidio. L'orientamento sessuale e l'identità di genere non sono e non devono essere un motivo di emarginazione. È un dovere delle Istituzioni garantirlo".

Cosa è cambiato nei 19 anni di Gay Help Line

"Violenze, isolamente e discriminazioni: è quanto emerge dai dati. La differenza, però, rispetto agli anni scorsi è che oggi in alcuni casi è più facile aprirsi: il coming out è più diretto, anche per quanto riguarda le persone transgender. Ma lo stigma spesso resta – precisa il fondatore di Gay Help Line Fabrizio Marrazzo a Fanpage.it – Quando abbiamo attivato il servizio non esisteva alcuna legge sulle unioni civile. Ma il fatto che molti non facciano richiesta del congedo matrimoniale per evitare un coming out al lavoro è indicativo di questo".

Sicuramente servirebbero maggiori leggi: "Da anni viene chiesta una legge contro l'omobilesbotransfobia, che non c'è ancora. Eppure normative di questo genere potrebbero fare la differenza, come ci insegna la Francia – continua – Riuscire ad arrivare ovunque e in maniera capillare, anche in contesti più complessi, potrebbe permetterci di intervenire anche in contesti più difficili", aggiunge poi.

Dalla linea telefonica alla chat: come si è evoluta Gay Help Line

In questi 19 anni, la Gay Help Line 800713 713 è riuscita ad evolversi: "Aver affiancato alla linea telefonica la chat è stato un grande passo avanti – spiega ancora Marrazzo – Ci permette di metterci in contatto con i minori senza che i familiari ascoltino le telefonate. Il problema della chiamata è che spesso, mentre i più giovani ci raccontavano ciò che accadeva al telefono, spesso c'erano delle interruzioni da parte dei genitori che avevano ascoltato tutto. Non sappiamo cosa accadesse nelle mura domestiche dopo che la cornetta veniva messa giù. Con la chat, invece, riusciamo ad intervenire anche con le forze dell'ordine, quando ci viene concesso", ricorda.

Dal 2016, inoltre, Gay Help Line ha dato vita a soluzioni concrete per chi subisce violenze e discriminazioni: sono tre le case famiglie Refuge LGBTQIA+ inaugurate fino ad ora. La prima è attiva dal 2o16, la seconda dal 2021 ed è dedicata alle persone trans e non binarie.  E nel maggio 2024, meno di un anno fa, si è aggiunta una cohousing LGBT+ nel centro storico di Roma.

Per il futuro, non si escludono ulteriori innovazioni: "L'omobitransfobia è ancora una realtà quotidiana – dichiara l'attuale coordinatrice di Gay Help Line 800713713, Alessandra Rossi – Ma anche che una rete di supporto può davvero fare la differenza. Continueremo a essere qui per chi ha bisogno. Servizio che è stato possibile garantire grazie al Comune di Roma, Regione Lazio, sin dalla fondazione ed successivamente anche dall’Unar, fondi 8×1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, Chiesa Valdese e donazioni di Aziende e Privati. Oltre al quotidiano supporto di centinaia di volontari che in questi anni ci sono sempre stati vicini".

I dati raccolti da Gay Help Line 800713 713

In questi 19 anni, come anticipato, sono state molte le persone che si sono rivolte a Gay Help Line 800713 713, oltre 360mila. Più del 51% di questi contatti proviene da giovani che affrontano difficoltà in famiglia o a scuola. Il 41,6% delle persone assistite riporta violenze fisiche o psicologiche in ambito familiare, nel 17% dei casi hanno perso il sostegno economico dei genitori, vedendo compromesso il proprio percorso di studi o formazione. Nel 5,7% dei casi, invece, le persone assistite ha abbandonato gli studi proprio a causa del bullismo omotransfobico.

La situazione non migliora in ambito lavorativo: i casi di discriminazione denunciati sono l'11,6% dei contatti per esclusione o mobbing, con un impatto particolarmente grave sulle persone trans, che faticano a trovare occupazione (8%).

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