Omicidio Willy, riprende il processo. Il perito della difesa dei Bianchi: “La sua una morte rapida”
Dopo due mesi è ripreso il il processo sull'omicidio di Willy Monteiro Duerte, il ragazzo di 21 anni ucciso al termine di un brutale pestaggio a Colleferro la notte del 6 settembre 2020. Bloccato a causa della pandemia oggi testimoni e imputati sono tornati nell'aula della Corte d'Assise del Tribunale di Frosinone. La parola è andata ai testimoni e ai consulenti chiamati a deporre da parte della difesa dei fratelli Bianchi, i due giovani di Artena ritenuti da diversi testimoni i principali responsabili della morte di Willy.
La difesa dei Bianchi prova ad aggravare la posizione di Mario Pincarelli
"Quella notte stavo tornando a casa quando ho visto arrivare una macchina scura a forte velocità, una Audi che poi si è fermata all'altezza del cancello della caserma dei carabinieri. Da lì sono scesi i fratelli Bianchi, che conosco per nomea e che sono corsi verso la folla. Il primo a picchiare è stato Marco Bianchi, che ha iniziato a colpire la folla con schiaffi, calci e pugni. È stato lui il primo a sferrare un pugno a Willy, che è caduto di spalle contro una macchina", questa la parte saliente del racconto di Davide Viglianti riportato dall'Adnkronos, chiamato a deporre dalla difesa di Marco e Gabriele Bianchi. Il giovane ha poi dichiarato che la folla divideva gli aggressori e che un ragazzo con una camicia bianca "colpiva solo con il braccio destro. Ricordo poi di aver visto un'altra persona provare a calmare gli animi e i fratelli Bianchi tornare verso la macchina e richiudersi tutti e quattro gli sportelli". Una testimonianza tramite la quale la difesa dei Bianchi prova ad alleggerire la loro posizione: a indossare una camicia bianca quella sera era un altro degli imputato, Mario Pincarelli.
Il medico legale: "Quella di Willy è stata una morte rapida"
La difesa dei Bianchi ha poi chiamato a testimoniare il dottor Diego Cirillo: "Quella di Willy è stata una morte rapida. Ce lo dicono l’emorragia cardiaca e le infiltrazioni di sangue nei polmoni. – ha spiegato il medico – E ce lo dicono le ultime parole pronunciate da Willy e poi riferite da una testimone ‘Non riesco a respirare'. La causa della morte è stata una lesione emorragica a livello cardiaco e la conseguente infiltrazione ai polmoni. Letali i colpi al collo e al torace, che hanno provocato una morte rapida". Secondo la difesa però ad essere stati letali non sono stati i calci inferti frontalmente, ma quelli che lo hanno colpito alle spalle.