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L'omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro

Omicidio Willy, Pincarelli in carcere: “Gli ho dato solo uno schiaffo, sto a posto con la coscienza”

Parla in esclusiva all’Adnkronos Mario Pincarelli, uno dei quattro ragazzi accusati dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte. “Mi dispiace, non l’ho ucciso io”.
A cura di Natascia Grbic
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"Sto a posto con la coscienza, non ho ucciso Willy. Ho scritto una lettera ai familiari, mi dispiace ma non sono stato io". A dichiararlo dal carcere è Mario Pincarelli, uno dei quattro ragazzi accusati dell'omicidio di Willy Monteiro Duarte, il giovane ucciso lo scorso 6 settembre in piazza Oberdan a Colleferro. Le sue parole sono riportate in esclusiva da Adnkronos in un articolo a firma di Silvia Mancinelli. Pincarelli ha dichiarato di aver dato a Willy "solo" uno schiaffo: "Se avessi dato i pugni, gli anelli avrebbero lasciato i segni. Spero che la verità venga fuori, Willy deve avere giustizia". "Solo dalla tv ho saputo della sua morte – continua – Ero in un frullatore, sono stato male, ma agli altri detenuti chiedevo se mi credessero. Ancora non ci credo di essere qui dentro".

"Non ho ucciso io Willy – continua il ragazzo – Gli ho dato solo una pizza quando mi hanno dato una spinta. Tutti sbracciavano e mi ci hanno fatto cadere sopra. È stato in quel momento che l'ho colpito con uno schiaffo". E ha poi aggiunto: "Io non lo so chi abbia colpito Willy, ero di spalle. Chi lo ha fatto ha sbagliato, nessuno merita di morire in quel modo. Non penso però che ci fosse la volontà di ucciderlo. Non credo che Marco, Gabriele o Francesco avessero avuto questa intenzione, perché da quello che so Willy non aveva fatto niente a nessuno, neppure lo conoscevano, nemmeno io lo conoscevo. Mi sono trovato in mezzo agli impicci.".

Mario Pincarelli ha poi dichiarato di aver provato a parlare con i genitori di Willy durante la scorsa udienza, ma di non essere riuscito a dire tutto ciò che avrebbe voluto. "Ai genitori di Willy voglio dire ancora una volta che mi dispiace per tutto quello che è successo, so che il loro dolore è grande. Lo vedo negli occhi di mia madre, ed io sono ancora vivo, in carcere ma vivo. Willy è morto. Qui dal carcere ho scritto più lettere alla famiglia di Willy, dove ho cercato di stargli accanto, di fargli sentire il mio dispiacere per la vicenda, ma dicendogli da sempre che io non ho ucciso Willy. Se fossi io il responsabile, lo ammetterei".

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