Omicidio Willy, non sarà chiesta la scarcerazione per i fratelli Bianchi: legale rinuncia al ricorso
Il legale di Marco e Gabriele Bianchi, i due fratelli accusati di aver pestato fino alla morte il 21enne Willy Monteiro Duarte, ha rinunciato al ricorso in appello fissato per il 23 settembre. Secondo quanto riportato da Agenzia Nova, l'avvocato non chiederà la scarcerazione per i suoi assistiti. È stato inoltre reso noto che ha rinunciato anche alla difesa di Mario Pincarelli, l'altro indagato attualmente in carcere con i fratelli Bianchi. Sembra infatti che gli interessi delle parti non siano più convergenti. Nonostante la rinuncia al riesame, il 23 settembre sarà effettuato come ‘atto irripetibile', l'esame per la ricerca delle tracce biologiche nella macchina dei fratelli Bianchi, con la quale il gruppo si è dato alla fuga dopo il pestaggio. Deve essere ancora fissata invece la data per l'esame sui vestiti dei quattro indagati e soprattutto sulle scarpe, per capire chi è stato a colpire Willy quando il giovane era a terra agonizzante.
Giovedì il processo che vede imputato Marco Bianchi
Gli esami saranno effettuati sugli abiti di Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, ora agli arresti domiciliari. Tutti e quattro sono accusati di omicidio volontario in concorso. Resta in stand by la posizione di una quinta persona, che si diceva potesse essere indagata per favoreggiamento. La procura non ha mosso nei suoi confronti nessuna accusa anche perché, da indagata, non potrebbe deporre nell'eventuale processo. Che, però, non si prospetta vicino. Giovedì, invece, comincia il processo che vede imputato Marco Bianchi per uno dei suoi precedenti fatti di giustizia: è accusato di aver picchiato un cittadino di origine bengalese nel 2018.
I pestaggi e le risse dei fratelli Bianchi
Marco e Gabriele Bianchi sono due personaggi molto noti ad Artena già prima del pestaggio in seguito al quale Willy Monteiro Duarte è stato ucciso. Moltissimi giovani del luogo interpellati in merito hanno dichiarato che i due lottatori professionisti di MMA erano soliti attaccare briga in giro e ricorrere alle mani per imporre il loro ‘dominio sul territorio'. Altri hanno affermato che effettuano attività di recupero crediti per gli spacciatori della zona. Ed è proprio in merito alle entrare dei due che gli investigatori vogliono vederci chiaro. Ufficialmente nullatenenti, conducevano però una vita non proprio umile e al limite della sussistenza. Entrambi hanno processi pendenti per risse, lesioni e detenzione abusiva d'armi.