Omicidio Willy Monteiro, i fratelli Bianchi erano già indagati per spaccio, rissa e minacce
Spaccio di stupefacenti, lesioni, rissa e porto di oggetti atti ad offendere, per uno. Spaccio, rissa e minacce, per l'altro. I fratelli Marco e Gabriele Bianchi non sono accusati soltanto dell'omicidio di Willy Monteiro Duarte. La procura di Velletri, infatti, aveva già messo nel mirino i due ragazzi di Artena e prima del pestaggio a morte del ragazzo i pm avevano aperto cinque fascicoli di indagine per Marco e tre per Gabriele. Anche per questo il gip del tribunale di Velletri ha confermato per loro la misura cautelare del carcere e nell'ordinanza con cui l'ha disposta non ha escluso che il capo di accusa possa essere aggravato al termine delle indagini. Per ora, infatti, i due fratelli sono accusati dai pm di omicidio preterintenzionale: volevano far male, ma non volevano uccidere Willy. A breve l'accusa potrebbe però aggravarsi in omicidio volontario: hanno preso a pugni e calci il 21enne con l'obiettivo di ucciderlo.
L'ordinanza del gip: "Hanno mostrato manifesta incapacità di resistere a impulsi violenti"
A pesare sulla decisione del giudice è stata anche la "personalità manifestata dai due fratelli Bianchi". Secondo il gip, infatti, nel corso dell'interrogatorio i due avrebbero "minimizzato il fatto assegnandolo alla responsabilità di terzi". La custodia cautelare in carcere, è la conclusione dell'ordinanza, "è l'unica in grado di porre concreto ed effettivo argine al pericolo di reiterazione di condotte violente quali quella per cui si procede". I tre, i due fratelli Bianchi e Pincarelli, avrebbero mostrato una "manifesta incapacità di resistere agli impulsi violenti" e non sono stati "frenati neppure dalla presenza di numerosi testimoni e dalla breve distanza che separava il luogo dell'aggressione dalla caserma dei carabinieri".
Confermata anche l'aggravante dei futili motivi, "quantomeno per i due Bianchi", scrive il gip, in virtù dell'"assenza di alcuna plausibile ragione a motivo dell'aggressione realizzata nei confronti di una persona che non ‘c'entrava nulla' ed era stata violentemente è ripetutamente colpita solo in quanto si era trovata nella ressa".
Un testimone: "Dirò la verità sui Bianchi"
Un ragazzo ha pubblicato e poi cancellato un post su Facebook in cui sosteneva di essere in grado di raccontare "la verità" sui fratelli Bianchi, discolpandoli e tirando in ballo Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, le altre due persone raggiunte dalla misura cautelare. Questa testimonianza è una di quelle segnalate alla procura di Velletri dagli avvocati dei Bianchi.