Omicidio Willy, lunedì 4 luglio la sentenza: “Fratelli Bianchi hanno dato sfogo alla loro violenza”
Lunedì 4 luglio il primo grado del processo per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte volgerà a termine. Dopo le repliche dell'accusa e della difesa, i giudici della Corte d'Assise si riuniranno in camera di consiglio per emettere la sentenza. Il pubblico ministero ha chiesto l'ergastolo per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, ventiquattro anni di reclusione per Francesco Belleggia e Mario Pincarelli. La differenza delle richieste per l'accusa, come hanno spiegato i pm, sta nel fatto che "i fratelli Bianchi hanno dato sfogo al loro impulso violento, approcciandosi alla folla con il solo intento di ledere e non recedendo dal proprio proposito criminoso nonostante i tentativi di alcuni presenti di spiegare come non vi fosse assolutamente la necessità di adoperare violenza". Un'azione spropositata, riporta l'accusa, una violenza cieca perpetrata senza nessun motivo, tanto da asserire che "il movente della condotta è così banale che si può senz'altro osservare come un ‘non movente'.
La madre di Willy: "Non si è ucciso da solo"
Tutti gli imputati, accusati di omicidio volontario, hanno sempre sostenuto la loro innocenza. Hanno detto a più riprese di non aver ucciso Willy. Lucia Monteiro, la madre del ragazzo ucciso, non ha mai voluto rilasciare dichiarazioni ai giornali, preferendo restare in silenzio durante tutto il processo. Ma all'ennesima dichiarazione dei fratelli Bianchi, ha spiegato che "mio figlio non si è ucciso da solo". Qualcuno ha portato Willy alla morte. Un pestaggio di venti secondi, talmente violento che nessun organo era integro. Dall'autopsia è emerso che le botte ricevute gli hanno spaccato il cuore, dove è stata riscontrata una lesione di sette centimetri.
La lettera di Marco Bianchi alla madre di Willy
Nei giorni scorsi, in una lettera inviata all'Adnkronos, Marco Bianchi si è rivolto alla madre di Willy, spiegando di aver spinto il 21enne ma di non averlo ucciso. E, come suo fratello Gabriele, ha scaricato la responsabilità dell'accaduto su Francesco Belleggia, l'unico agli arresti domiciliari. Non chiede scusa e se la prende con i giornalisti, asserendo che lui e il fratello continueranno "sempre, da uomini veri, a dire che non c'entriamo nulla con questo crimine. Quel ragazzo non è morto per mano nostra. L'ho messo in chiaro in aula, davanti al giudice, guardando in faccia la povera madre di Willy".
Le intercettazioni degli amici dei Bianchi
Due settimane dopo l'omicidio di Willy, i carabinieri che hanno indagato sulla morte del ragazzo hanno intercettato gli amici dei fratelli Bianchi mentre parlavano delle loro dichiarazioni rese agli inquirenti. Secondo gli inquirenti, i due avrebbero provato a coprire Marco e Gabriele mettendosi d'accordo sulla versione da dare ai militari una volta convocati in caserma. "I carabinieri sanno tutto, sanno cosa abbiamo fatto e che ci siamo messi d’accordo", si sarebbero detti al telefono.