Omicidio Willy, legale di parte civile: “Altro che sentenza mediatica, solido impianto accusatorio”
"Credo che la sentenza di ieri abbia definitivamente mandato in soffitta una strategia processuale anni '80 e cioè quella dello scaricabarile che ormai non fa più breccia nelle Corti di Assise. Il sacrificio di Willy, ragazzo serio, lavoratore e grande sportivo non è stato un sacrificio vano, causato dagli imputati che a differenza sua avevano uno stile di vita volto alla sopraffazione ed alla violenza". Lo ha dichiarato in un'intervista all'Adnkronos Massimo Ferrandino, parte civile per il comune di Artena, in relazione alla sentenza per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte.
Ferrandino ha commentato anche le parole di Massimiliano Pica, legale dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi, che ha definito quella di ieri una ‘sentenza mediatica‘. "Altro che sentenza mediatica, quella di Willy è il risultato di un solidissimo impianto accusatorio, costruito da tutto l'ufficio del pubblico ministero. I dottori Paoletti, Brando e Taglialatela hanno fatto un lavoro straordinario, scrupoloso, faticoso".
La sentenza: ergastolo ai Bianchi, 23 anni a Belleggia, 21 a Pincarelli
I giudici della prima Corte d'Assise del Tribunale di Frosinone hanno condannato in primo grado i fratelli Marco e Gabriele Bianchi alla pena dell'ergastolo, Francesco Belleggia a ventitré anni e Mario Pincarelli a ventuno anni di reclusione.
La sentenza è stata accolta con grida di gioia dagli amici e dalla famiglia di Willy: "Finalmente giustizia è stata fatta, siamo sollevati", hanno dichiarato a più riprese. La madre, il padre e la sorella di Willy si sono allontanati dopo il verdetto, preferendo non rilasciare dichiarazioni ai giornalisti. Solo Armando Monteiro Duarte, con i suoi avvocati, ha definito quella di ieri "una sentenza giusta".