Omicidio Willy, le motivazioni della sentenza: “Gabriele Bianchi ha infierito mentre era a terra”
Un calcio fortissimo al petto sferrato da Gabriele Bianchi. Questo il primo colpo che ha innescato quella catena di eventi durati appena una manciata di secondi e che hanno portato alla morte di Willy Monteiro Duarte. Sarebbe proprio quella di Gabriele, il maggiore dei ‘gemelli' di Artena, la posizione più critica.
Tanti i testimoni, riportano i giudici nello spiegare la condanna all'ergastolo, che lo hanno visto colpire il ragazzo violentemente, anche mentre era a terra. Colpi talmente forti che a un certo punto un ragazzo gli è saltato sulle spalle, intimandogli di smetterla. Ormai però, era troppo tardi: Willy era già agonizzante a terra, incosciente per i colpi ricevuti.
"Dicono che l'ho colpito io solo perché sono stati influenzati dai media". Questa la frase detta a più riprese da Gabriele e da Marco Bianchi quando i giudici gli chiedevano perché, secondo loro, tutti i testimoni riferivano di averli visti infierire su Willy. Nessuna ammissione di colpa, né di responsabilità.
Critica anche la posizione di Marco Bianchi, anche lui condannato all'ergastolo. Sono numerosi i testimoni che lo hanno visto prendere a calci e pugni Willy Monteiro Duarte, anche mentre era a terra. Dopo il suo pugno, in particolare, una ragazza ha dichiarato di aver visto uscire sangue dalla bocca della vittima, caduta poi nuovamente a terra.
Nelle motivazioni si fa luce anche sulle posizioni degli altri due imputati, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli. Condannati rispettivamente a ventitré e ventuno anni di reclusione, il primo ha negato di aver colpito Willy Monteiro, mentre il secondo ha ammesso di avergli dato "due pizze" mentre erano entrambi a terra, perché convinto di essere stato spinto a terra da lui. Due versioni alle quali i giudici non hanno creduto: sono diverse le persone che li hanno visti colpire la vittima, anche mentre era a terra. E anche se il loro ruolo è stato considerato marginale rispetto ai fratelli Bianchi, anche loro sarebbero colpevoli di omicidio volontario.
I legali della difesa stanno intanto preparandosi per il processo di secondo grado. Soddisfazione viene invece dai legali delle parti civili. Massimo Ferrandino, avvocato che ha rappresentato il comune di Artena nel processo, ha espresso soddisfazione per "le motivazioni della corte di assise di Frosinone che ci consentiranno di affrontare il giudizio di Appello con serenità".