Omicidio Willy, l’amico dei Bianchi: “Non sopportavo più quell’ambiente, cene fuori e orologi d’oro”
"Una persona innocente hanno ammazzato. Come hanno fatto ad ammazzarlo! Lo hanno ammazzato.. porco..". Così parlavano, pochi giorni dopo l'omicidio di Willy Monteiro Duarte, i due amici di Marco Bianchi, Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. Non fanno nomi, impossibile sapere con precisione a chi si riferiscano. Entrambi, la notte del 6 settembre, si trovavano insieme ai quattro accusati della morte del 21enne: nessuno dei due è indagato per l'uccisione di Willy, ma entrambi sono stati denunciati da Francesco Belleggia per falsa testimonianza riguardo ciò che è avvenuto quella notte. I due ragazzi, infatti, hanno raccontato agli inquirenti che è stato Belleggia a sferrare un calcio a Willy quando era per terra. E uno di loro, proprio il ragazzo che parla, era coinvolto nel giro di droga gestito dai fratelli Bianchi, tanto che è stato condannato a quattro anni e sei mesi. L'altro, sembra fosse un loro cliente. Eppure, quando parlano, sembrano stupiti del loro comportamento, anche se li conoscevano da molto tempo e ne hanno condiviso lo stile di vita.
Dopo il loro arresto però, sembra che in molti si vogliano defilare. "Tutti spariti", dice il fratello a Marco Bianchi, in un colloquio in carcere. I due ragazzi però, essendo testimoni nel processo, non possono parlare con le famiglie degli imputati, altrimenti la loro testimonianza potrebbe essere compromessa. "Non mi ritrovavo più in quell’ambiente, non mi ci proprio ritrovavo più, non era la vita mia", dice il testimone al cugino, in una conversazione telefonica intercettata pochi giorni dopo l'omicidio di Willy Monteiro. "Parliamoci chiaro no, cioè questi tenevano una vita un po’ accelerata no, facevano quello che facevano, mo senza dirlo però si sapeva quello che facevano, no?", dice il cugino, riferendosi probabilmente al giro di droga gestito dai Bianchi, di cui però faceva parte anche il testimone. "Gli era preso che se non volevi andare a cena fuori non esisteva, capito? se non porti l’orologio d’oro non ti fai la foto coatta, non ti fai la storia mentre stai a magnà".
Risse, pestaggi, estorsioni e spaccio di droga. Questa la vita dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi secondo chi indaga sul giro di stupefacenti ad Artena e nei comuni limitrofi. In primo grado sono stati condannati a cinque anni e quattro mesi di carcere. Insieme a loro, è stato condannato anche il ragazzo che parla in queste intercettazioni, e che si trovava con loro la notte in cui Willy è stato ucciso. Non risulta indagato nel processo ma testimone. Ed è stato lui, insieme all'altro ragazzo intercettato, a chiamare i fratelli Bianchi non appena è cominciata la rissa in piazza Oberdan con Francesco Belleggia e Mario Pincarelli. La sentenza per i quattro accusati di omicidio volontario è attesa per l'inizio del 2022.