Omicidio Willy, la testimone: “Partito tutto da un bacio, poi il nostro amico è volato dalle scale”
"Stavo scendendo le scale e un ragazzo mi ha tirato un bacio, mi hanno detto poi che era Pincarelli. Qualcuno lo ha riferito al mio ragazzo, Alessandro, che è tornato indietro e la discussione tra lui e un altro ragazzo con il braccio ingessato, (Belleggia, ndr.) si è conclusa poi con una stretta di mano. Belleggia gli disse: ‘il mio amico lascialo stare, non è in sé questa sera'. Era tutto finito, ma poi quando stavamo andando via ci siamo accorti che uno di noi, Federico, non era più con noi. Siamo tornati indietro e lo abbiamo visto volare dalle scale". A parlare nell'aula di tribunale dove si sta celebrando il processo per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte, è la ragazza molestata da Mario Pincarelli. Molestia che ha innescato la discussione degenerata poi nella rissa e nel pestaggio che ha provocato la morte del 21enne di Paliano.
L'arrivo dei fratelli Bianchi
"Alessandro ci ha poi detto di andare via, che era arrivato un suv con a bordo alcune persone raccomandabili. Ho visto Willy avvicinarsi, ma non il momento dell'aggressione". Su quel Suv c'erano i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, lottatori professionisti di MMA chiamati da un ragazzo del gruppo, che non risulta indagato in questo procedimento. Dalle indagini effettuate dagli inquirenti sul giro di droga dei Bianchi, è emerso comei loro amici li chiamassero ogni qualvolta c'erano difficoltà. E per difficoltà si intende il dover menare le mani. Non solo: i due, secondo quanto dichiarato da alcuni testimoni, erano soliti fare recupero crediti per debiti di droga. "I due fratelli Bianchi avevano la fama di essere persone temute. Persone da cui tenersi a distanza. Si sapeva che era meglio non guardarli perché si rischiava di essere picchiati", spiega in aula un altro testimone.
La dinamica dell'omicidio di Willy Monteiro Duarte
Lo stesso testimone ha poi dichiarato di aver visto Willy colpito da un calcio. "La sera del 5 settembre scorso io ero in piazza a Colleferro insieme ai miei amici, ho visto Willy colpito al petto da un calcio e finire contro una Panda blu vecchio modello". Il ragazzo era stato sentito dai carabinieri già il 14 settembre, ossia nove giorni dopo i fatti. E su quella maledetta sera ha raccontato: "All'improvviso ho notato salire una agitazione improvvisa, alcuni miei amici sono venuti verso di me dicendomi di andare via, ed è stato allora che ho visto Willy colpito da calcio al petto da un ragazzo e sbattere contro una panda blu vecchio modello. Conoscevo Willy di persona perché aveva frequentato la stessa scuola del mio amico, quello colpito dal pugno, quando si incontravano si fermavano sempre a parlare. Sapevo che Willy era intervenuto perché voleva cercare di capire cosa stesse succedendo al mio e al suo amico".