Omicidio Willy, il legale dei Bianchi: “Chi li ha accusa non ha visto nulla, era troppo buio”
"Nessuno dei venticinque testimoni oculari poteva vedere con chiarezza quanto successo la notte del pestaggio di Willy Monteiro Duarte. Era buio e nessuno era in grado di vedere con chiarezza quello che stava succedendo a causa della troppa gente". Ad affermarlo, davanti ai giudici della corte d'assise di Frosinone, Massimiliano Pica, l'avvocato dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi. Oggi è il turno della difesa dei due ragazzi, accusati insieme a Mario Pincarelli e Francesco Belleggia dell'omicidio di Willy, il 21enne ucciso a Colleferro durante un pestaggio. Secondo Pica, i fratelli Bianchi sarebbero solo un capro espiatorio. "Gli imputati hanno pagato lo scotto di una pressione mediatica subita da tutti, da me per primo. Si deve cercare di non lasciarsi condizionare, di vedere effettivamente quello che è accaduto".
Il legale dei Bianchi: "Marco ha colpito Willy ma non l'ha ucciso"
Secondo il legale, il calcio frontale di cui si è parlato molte volte nelle scorse udienze non c'è mai stato. "La lesività è sulla parte sinistra, dove infatti troviamo i segni. Gabriele non ha colpito Willy e Marco ha colpito un punto che non ha portato alla morte del ragazzo". Willy, per l'avvocato, sarebbe sì morto per le percosse, ma non dei fratelli Bianchi. Massimiliano Pica ha chiesto l'assoluzione per Marco e Gabriele Bianchi e in seconda istanza la derubricazione a omicidio preterintenzionale.
La madre di Willy: "Mio figlio non si è ucciso da solo"
In aula, come sempre, anche la madre di Willy, Lucia Duarte, supportata dalle mamme degli amici del figlio. La donna non ha mai rilasciato interviste ma oggi, a margine dell'udienza, ha commentato le parole dette in apertura da Gabriele Bianchi, che ha dichiarato di non aver mai toccato Willy. "Io so solo che ho perso mio figlio e di sicuro non si è ucciso da solo, qualcuno è stato. Per il resto non c'è niente da commentare". "In passato posso avere commesso errori, ma vi prego di credermi che Willy non l'ho toccato con un dito – le parole di Gabriele Bianchi – Ho ascoltato falsità della mia condotta di quella notte. Non sarei mai stato in grado di commettere ciò di cui mi si accusa. Vi ho detto la verità, chi mi conosce sa della mia innocenza".