Omicidio Willy, il gestore del Duedipicche: “Litigio non è iniziato qua, non c’entra la movida”
Largo S. Caterina a Colleferro, conosciuto come la zona della movida, si trova di fronte i giardini dove Willy è stato ucciso a calci e pugni. A due settimane dalla morte del ragazzo di Paliano, su Facebook ha pubblicato uno sfogo contro chi accusa il Duedipicche e i locali di avere una parte delle responsabilità per questo episodio efferato di violenza. Contro chi erano rivolte le sue parole?
Per rispetto e per la gravità di questa tragedia ho preferito stare in silenzio e far passare due settimane. Ho deciso di fare un post soltanto dopo i funerali di Willy e dopo che si sono spenti i riflettori. Di solito non uso i social per commentare o fare polemica, però ho ritenuto necessario rispondere perché penso ci sia stata una strumentalizzazione. Il mio sfogo era rivolto soprattutto ad alcuni giornali e alla televisione perché in alcuni casi è uscito un racconto negativo sui locali e in particolare sul Duedipicche. Il nostro locale è stato nominato, inquadrato e legato a più riprese per i fatti che hanno portato alla morte di Willy, ma non c’è nessun collegamento. In generale questa tragedia non ha a che fare con nessuno dei locali di Colleferro. Chi è stato arrestato per l’omicidio di Willy non dovrebbe frequentare nessun pub e nessun ristorante perché ha precedenti per aggressioni e risse. Noi cerchiamo di prevenire qualsiasi criticità nei nostri spazi e nei nostri limiti.
Ci può raccontare cosa è accaduto la sera del 5 settembre? La lite tra Francesco Belleggia e un ragazzo di Colleferro è iniziata nel Duedipicche?
Nel nostro locale abbiamo una sicurezza privata, c’è un personale che controlla l’interno del locale e il fuori, stando attenti a tutti i possibili problemi. Quella sera non c’è stato nessun inizio di lite nel Due di Picche. C’era una situazione tranquilla, con le persone in fila all’entrata per i controlli e le misure anti-covid. Il locale quella sera ha chiuso alle 2, come tutti i fine settimana, le persone sono uscite e i camerieri hanno iniziato a pulire. Dopo la chiusura, la nostra sorveglianza fa sempre dei giri intorno al piazzale per controllare tutto Largo S. Caterina e allontanare eventuali persone che provano a usare questa zona per spacciare o per fare a botte. Da quando abbiamo preso in gestione l’attività abbiamo sempre allontanato queste persone, a volte con fatica e a volte con l’aiuto delle forze dell’ordine. La lite tra i ragazzi di Artena e quelli di Colleferro è iniziata sulle scalette che portano sulla strada principale, lontano dal Due di picche, e poi tutto è continuato nel giardino di fronte, a Largo Oberdan, dietro la caserma, una zona che non ha nulla a che fare i locali di Colleferro.
Vi è capitato in precedenza di allontanare qualcuno dei quattro accusati per l’omicidio di Willy dal vostro locale?
Il Duedipicche lo frequentavano poco, soprattutto i fratelli Bianchi negli ultimi mesi sono venuti pochissime volte. Di solito, quando venivano stavano sempre fuori nel piazzale. Prendevano da bere al bancone e andavano via, come è successo quel sabato.
A che ora sono passati i fratelli Bianchi?
Sarà stata forse l’una e un quarto di notte. Hanno preso un drink al bancone e sono andati via. La permanenza qui dentro sarà durata dieci minuti.
Alle tre e mezzo di notte chi c’era a Largo S. Caterina?
I locali erano chiusi, dentro il Duedipicche stavamo terminando le pulizie, fuori c’era la sorveglianza. In zona c’era qualche coppia sulle panchine e gruppetti di amici rimasti per una sigaretta. Solito epilogo del fine settimana.
Lei quando ha saputo della morte di Willy?
L’ho saputo la mattina successiva dai ragazzi della vigilanza che erano lì in quel momento e che il giorno dopo sono andati in caserma a testimoniare. Appena ho realizzato la gravità dell’episodio sono rimasto sconvolto. Willy frequentava il Duedipicche, e in genere questi locali. Un ragazzo che lavora per noi lo conosceva bene. Staccava da lavoro e veniva qui per passare una serata tra amici.
Questa zona viene chiamata “movida colleferrina”. Ci sono sei locale, di cui tre sono gestiti da Lei e dai suoi fratelli. Ci può far capire che cos’è Largo S. Caterina?
Largo S. Caterina a Colleferro è sempre stata una zona di locali. Negli ultimi anni è stata rivalutata e nel nostro piccolo abbiamo cercato di farla diventare un centro di aggregazione. Il Duedipicche è aperto da sei anni, l’altro da quattro e l’ultimo da neanche un anno. Considero questa zona come un grande locale, un posto dove non esci solo per bere alcolici, ma dove puoi parlare, stare insieme e mangiare bene a due passi da casa. Nello staff abbiamo sommelier ed esperti del settore. Cerchiamo di avvicinare i clienti a un consumo consapevole dell’alcool. Siamo tutti molto giovani, ma cerchiamo di offrire ai clienti il meglio per una serata in tranquillità. La cosa di cui vado molto orgoglioso è che molte coppie che si sono conosciute nel nostro locale ora hanno fatto una famiglia e qualche sera vengono qui con i figli nel passeggino. Penso che la notte, la movida abbiano anche sfaccettature positive che vanno raccontate. Nei nostri locali lavorano intorno alle 60 persone. Questa è una soddisfazione personale: essere riuscito a dare lavorare a molti coetanei.
Dopo la morte di Willy c’è stata una stretta su tutti i locali di Colleferro, con chiusure anticipate e divieti per la vendita di alcolici. Cosa ne pensate di questa ordinanza che sarà valida fino a ottobre?
Abbiamo preso atto di questa ordinanza, la rispetto ma non sono completamente d’accordo perché alcuni problemi non si risolvono impedendo la libertà di uscire e di fare serata. Non credo che la chiusura o la stretta sui locali riescano a risolvere alcuni fenomeni come lo spaccio o le risse. Probabilmente serve una conoscenza più approfondita del territorio, anche un’educazione e una cultura sulla notte e sullo stare insieme. Con questa ordinanza dopo le 23:45 fermiamo la musica, a mezzanotte la vendita di alcuni e a mezzanotte e mezzo si deve chiudere. Abbiamo dovuto mettere alcune persone in cassa integrazione. In questo modo perdiamo le persone che vengono dai paesi intorno. per un dopocena o una bevuta.
Fuori il Duedipicche c’è un cartello che recita: “Chiunque difende o giustifica gli assassini di Willy è pregato di non entrare”. È rivolto a qualcuno in particolare che volete allontanare dal locale?
No, non è per nessuna persona in particolare. Credo semplicemente che non ci siano giustificazioni per quello che è accaduto e quindi abbiamo voluto scriverlo con un cartello. Non c’è scusante, siamo oltre la rissa, è stata violenza pura senza motivi. È un episodio che a parer mio va condannato, indipendentemente dalle differenti colpe o reati dei quattro arrestati. Dopo tanti anni, sono scoppiato a piangere come un bambino, non sono riuscito neanche a raccontarlo ai miei genitori quello che è successo. È stato un pianto liberatorio. Finché un fatto del genere non ti capita sotto casa non riesci a rendertene conto, poi arriva vicinissimo a te e resti senza parole per giorni.