Omicidio Willy, il fratello di Marco e Gabriele Bianchi: “Rissa nata da Belleggia e Pincarelli”
"Non posso dire che i miei fratelli non hanno mai alzato le mani, non sono bugiardo io e nemmeno loro. Non sto qui a dire che sono angeli, ma non avrebbero mai picchiato un ragazzo a terra". Alessandro Bianchi è il fratello di Marco e Gabriele, i due giovani di 22 e 26 anni in carcere con l'accusa di aver ucciso Willy. Intervistato da Fanpage.it, continua a sostenere le loro innocenza. "Tutto è cominciato da Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, sono loro che erano coinvolti nella rissa". E aggiunge: "Di loro non parla nessuno, ma devono dire come sono andate veramente le cose". Eppure, secondo quanto raccontato da numerosi ragazzi che abitano tra Colleferro e Artena, i due fratelli Bianchi sono noti per le risse e il temperamento violento. "Le denunce che hanno se le sono prese perché hanno fatto gli stronzi a difendere chi non dovevano – continua Alessandro – Capitava che gli amici erano ubriachi e se succedeva qualcosa li chiamavano e si facevano difendere da loro. Ma non se la sarebbero mai presa con un ragazzino come Willy, anzi. Lo avrebbero difeso".
La dinamica: "Rissa partita da Belleggia e Pincarelli"
"Quando sono arrivati hanno visto venti persone contro Francesco Belleggia e Mario Pincarelli. Ho saputo che Belleggia prima ha dato una gessata in testa a un ragazzo e l'ha fatto cascare per le scale, quell'altro ha preso a schiaffi dei ragazzi. Sono stati loro a far partire la rissa, i miei fratelli nemmeno erano nel locale, sono solo andati a prenderli. Tanto che quando sono arrivati i carabinieri stavano uscendo a piedi dalla piazza davanti al locale e si sono incrociati. Nessuno parla di Pincarelli o Belleggia, devono ammettere che tutto è cominciato da loro". Interrogati oggi dal gip nel carcere di Rebibbia, Marco e Gabriele Bianchi hanno respinto le accuse di omicidio. "Non lo abbiamo toccato, respingiamo ogni accusa. Siamo interventi per dividere una rissa. Abbiamo visto un parapiglia e siamo arrivati – hanno risposto – Siamo dispiaciuti e distrutti perché accusati di un omicidio che non abbiamo commesso".
Le minacce di morte alla famiglia Bianchi
"Mi arrivano foto modificate di mia figlia con la testa tagliata. Signori, mia figlia ha sei anni – continua Alessandro, parlando delle minacce di morte che la sua famiglia sta ricevendo da due giorni. "Mi telefonano dicendo ‘veniamo a mangiare nel tuo ristorante e poi ti paghiamo a botte'. Se i miei fratelli hanno sbagliato devono pagare, ma sono sicuro che non hanno preso a calci Willy quando era a terra, non l'hanno ucciso". "Non esistono parole che posso dire alla famiglia di Willy – conclude – Mia madre pensa tutto il giorno alla mamma di Willy, sappiamo che non c'è dolore più grande di quello che sta provando lei".
Indagini dei carabinieri in corso
Le indagini, condotte dai carabinieri, sono ancora in corso. Al momento l'accusa è di omicidio preterintenzionale, ma non è detto che per qualcuno degli arrestati non si possa aggravare nelle prossime ore, in cui la dinamica risulterà ancora più chiara. Belleggia, Pincarelli e i fratelli Bianchi sono stati arrestati in flagranza di reato poco dopo l'omicidio di Willy. La morte del ragazzo ha scatenato un'indignazione fortissima a Colleferro e Paliano, dove risiedeva. Gran lavoratore, tifoso della Roma, sempre pronto al sorriso e alla battuta, è morto per aiutare un amico in difficoltà.