Omicidio Willy, i fratelli Bianchi in aula: in onda le testimonianze del processo
Sabato sera è andata in onda la puntata di ‘Un giorno in pretura‘ dedicata all'omicidio di Willy Monteiro Duarte. Poco più di un'ora di trasmissione in cui sono state ripercorse le fasi più salienti del processo, con le testimonianze degli amici della vittima e degli imputati. Nella puntata si vedono Gabriele Bianchi, Marco Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia salire al banco degli imputati e raccontare la loro versione. Così come si vedono gli amici di Willy testimoniare su quanto accaduto quella sera.
La puntata parte con la miccia che ha innescato tutto: la molestia di Mario Pincarelli alla fidanzata di Federico Zurma, e la lite tra quest'ultimo e Francesco Belleggia. Una lite che sembrava poi stesse terminando, fino a quando non sono arrivati i fratelli Bianchi – chiamati da un loro amico che ha chiesto manforte per la discussione – a bordo del Suv.
"Willy riconosce il suo amico Federico ed è andato a chiedere cos'era successo e se era tutto a posto", racconta un amico del ragazzo. "Mentre Willy parla sento una macchina arrivare a forte velocità, sterzare di colpo per entrare nella stradina, a folle velocità", aggiunge un altro. Qui le voci si succedono l'una con l'altra, andando a formare il racconto di quella sera. "Se non mi fossi spostato mi avrebbe preso". "Vedo la macchina, non pensavo nulla. Dopo un minuto sento urlare ‘sono arrivati i Bianchi‘".
"Mi hanno preso per il braccio, dicendomi di andare via che quella era gente pericolosa", spiega Federico. "Ho visto entrambi i fratelli scendere dalla macchina". "Davanti avevo Gabriele, quello più alto, sceso di corsa dal lato destro della vettura. Marco è sceso dall'altro lato. Gabriele è sceso a mani aperte, era furioso". "Si trova Willy davanti, era il più vicino di tutti. Il primo colpo sferrato da Gabriele è un calcio all'altezza del petto, che ha fatto volare Willy su una macchina".
"Willy è caduto a terra, poi è arrivato Marco e gli ha dato un calcio in testa. C'era Pincarelli anche". "Samuele ha provato a difenderlo e ha preso un calcio all'altezza della gola". "L'ho visto cadere con la faccia verso il suolo". "Tutti e quattro lo hanno picchiato". "L'azione parte con i Bianchi, ma dopo diventa un'azione unitaria", spiega il pubblico ministero. "È il branco contro un soggetto che subisce questa devastazione".
Diversa la versione dei fratelli Bianchi e dei loro amici, Vittorio Tondinelli e Omar Shabani. Marco sostiene di aver dato lui un calcio a Willy, ma non sul petto, bensì all'altezza del fianco sinistro. Gabriele, invece, dice di non averlo toccato. Tutti quanti accusano soprattutto Francesco Belleggia, definito ‘infame', e Mario Pincarelli. Tondinelli sostiene che Belleggia abbia dato un calcio a Willy mentre era a terra. "Era come un calcio di rigore, come se stesse colpendo un pallone, ho sentito anche il rumore". E Shabani: "Insieme a Belleggia c'è Pincarelli che inizia a colpire prima Willy, e poi l'amico di Willy".
Il processo di primo grado si è concluso il quattro luglio. Tutti e quattro gli imputati sono stati riconosciuti colpevoli di omicidio volontario. Marco e Gabriele Bianchi sono stati condannati all'ergastolo, Francesco Belleggia a ventitré anni di reclusione e Mario Pincarelli a ventuno. Tutti hanno già annunciato che ricorreranno in appello.