Omicidio Willy, gioielli e vacanze di lusso: chiesto sequestro dei beni dei fratelli Bianchi
La Guardia di Finanza ha chiesto al pubblico ministero di disporre il sequestro dei beni dei fratelli Bianchi, di Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, i quattro ragazzi accusati di aver ucciso con calci e pugni Willy Monteiro Duarte. Nel mirino delle fiamme gialle, la vita almeno apparentemente sfarzosa condotta soprattutto dai fratelli Bianchi. Foto a bordo di yacht, automobili, gioielli e orologi: eppure, per il fisco, i quattro erano nullatenenti. Tanto da percepire, secondo quanto accertato dalla Guardia di Finanza, il reddito di cittadinanza. Ciò che le fiamme gialle devono accertare soprattutto, è se il denaro percepito dai fratelli Bianchi provenga da fonti illecite. Secondo alcune testimonianze riportate a Fanpage.it, i Bianchi erano noti perché facevano attività di recupero crediti per conto di alcuni spacciatori.
"Reddito di cittadinanza percepito indebitamente"
Dalle indagini della Guardia di Finanza è emerso che Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia avrebbero percepito in maniera indebita 33mila euro di reddito di cittadinanza. Le fiamme gialle hanno rilevato che gli arrestati avrebbero "omesso di indicare nelle autocertificazioni compilate, dati dovuti, creandosi in tal modo le condizioni per accedere al beneficio". I fratelli Bianchi, Belleggia e Pincarelli sono stati quindi denunciati dalla Guardia di Finanza alla Procura di Velletri per violazione dell'articolo 7 comma 1 del D.l. 4/2019. Contestualmente la Guardia di Finanza ha inviato una segnalazione all'Inps per il recupero delle somme percepite in maniera indebita.
Arrestati: "Mai chiesto reddito di cittadinanza"
Gli arrestati hanno dichiarato tramite i propri avvocati di non aver mai chiesto il reddito di cittadinanza. I fratelli Bianchi hanno addirittura detto di ‘non sapere cosa sia'. Dichiarazioni che però stridono con quanto emerso dalle indagini delle fiamme gialle. Il reddito di cittadinanza è stato chiesto dai genitori degli arrestati, che per percepire la cifra più alta hanno dichiarato di non avere nessuna entrata. Il pm ha disposto degli accertamenti sia sui documenti presentati per l'erogazione del reddito, sia su un eventuale mancanza di controlli prima della concessione dello stesso.