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L'omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro

Omicidio Willy, Gabriele Bianchi: “Pagherei per guardare la madre negli occhi, anche io sono padre”

In una lettera inviata all’Adnkronos, Gabriele Bianchi addossa la colpa dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte a Francesco Belleggia, proclamandosi innocente.
A cura di Natascia Grbic
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"Non ho toccato Willy nemmeno con un dito. L'unico vero responsabile della morte di quel ragazzo pieno di vita è Francesco Belleggia". A dirlo, in una lettera inviata all'Adnkronos, è Gabriele Bianchi, uno dei quattro ragazzi arrestati per la morte di Willy Monteiro Duarte. Bianchi, accusato insieme agli altri di omicidio volontario, addossa la responsabilità del delitto al solo Francesco Belleggia, l'unico di loro ad aver avuto gli arresti domiciliari. Secondo quanto riportato da Bianchi, sarebbe stato Belleggia a uccidere Willy con un calcio al collo mentre si stata rialzando da terra. "Sono ormai 17 mesi che vivo da recluso in carcere, dopo 11 mesi passati in isolamento nella sezione G12 – scrive – Mesi che sono sembrati anni, giorni interminabili scanditi unicamente da una doccia e un'ora d'aria in cunicoli di cemento armato". E ancora : "Sono stato dipinto come un mostro assassino, ho assistito inerme alle bugie e agli insulti di cui persone sconosciute invadevano i profili social mio e di Marco. È orribile vedere le proprie foto in televisione, essere accusato di un crimine che noi (lui e il fratello Marco, N.d.R.) non abbiamo mai commesso".

"Non ho sfiorato Willy"

Nella lettera, Gabriele Bianchi continua ad addossare la colpa al solo Francesco Belleggia. "Sono state prese di mira anche le persone a noi vicine, distrutte le nostre vite. Senza sapere che il vero colpevole della morte del povero Willy è Francesco Belleggia. "Quella maledetta notte è morto un ragazzo pieno di vita per colpa di una stupida lite che Francesco ha scatenato e che lui stesso ha terminato con un calcio al collo di Willy mentre era in ginocchio, in procinto di rialzarsi. Solo un vigliacco può colpire una persona in difficoltà. Un atteggiamento che ha mantenuto davanti al pubblico ministero, quando invece di ammettere di aver partecipato attivamente alla lite e aver colpito Willy, ha scaricato la responsabilità su me e Marco, scatenando così l'odio mediatico nei nostri confronti. Io, che quel ragazzo non l'ho nemmeno sfiorato, mi ritrovo in carcere lontano da mia moglie e da mio figlio, che nemmeno ho visto nascere. Francesco Belleggia, il colpevole di questa disgrazia, che ha riempito di bugie il pm cambiando versione più volte, che ha tracce di dna sulle scarpe, sconta la sua pena a casa".

"Prego che sia trovato il vero responsabile della morte di Willy"

Gabriele Bianchi riferisce di non aver toccato Willy quella sera, ammettendo però di aver picchiato il suo amico Samuele. Dice di star male e chiede ai carabinieri di Colleferro di mettere a disposizione gli audio registrati in caserma, nei quali – secondo la sua versione – ci sarebbe stato Belleggia che "piangeva disperato, consapevole di aver commesso un crimine. Pincarelli lo incalzava, perché si prendesse le sue responsabilità, io gli chiedevo se all'avvocato avesse detto la verità, di aver colpito la vittima con un calcio in faccia. Mi ha fatto cenno di star zitto, che i carabinieri ci stavano ascoltando". Gabriele Bianchi dice poi che avrebbe voluto scrivere una lettera alla madre di Willy. "Pagherei oro per poter guardare negli occhi quella donna, dirle che mi dispiace immensamente per Willy, che capisco il suo dolore, essendo padre. Ma non ho toccato suo figlio nemmeno con un dito". Bianchi termina la lettera raccontando della sua vita in carcere: "In cella siamo in sei e non ho mai avuto problemi, vado d'accordo con tutti, anche con i detenuti delle altre sezioni. La mattina vado a scuola, sono al quarto anno del corso di perito informatico, il pomeriggio mi alleno per tenermi in forma, il mercoledì mattina poi prendo lezioni di pianoforte mentre il sabato pomeriggio vado a messa. Ho presentato decine di richieste per poter lavorare, così da non pesare sulle spalle di mia moglie e della mia famiglia. E poi prego. Prego tutte le notti che la giustizia trovi il vero responsabile della morte di Willy, per la mamma in primis e per tutti i suoi familiari poi. Confido nella giustizia".

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