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L'omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro

Omicidio Willy, fratelli Bianchi sconteranno la pena separati: Marco trasferito in un altro carcere

Sconteranno la pena separati i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, condannati in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte.
A cura di Natascia Grbic
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Dopo la sentenza di primo grado che li ha condannati all'ergastolo per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte, i fratelli Bianchi sconteranno la pena separati. Gabriele Bianchi rimane a Rebibbia, dove fa il volontario come "aiuto scrivano alla spesa", mentre Marco sarà trasferito in un'altra struttura. Finora sono sempre stati insieme, è la prima volta che non potranno contare l'uno sull'altro.

Ventisette anni Gabriele, ventisei Marco, i fratelli Bianchi, ‘i gemelli' così come venivano chiamati, sono stati condannati all'ergastolo per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte. Il legale dei due ragazzi, Massimiliano Pica, ha già dichiarato che ricorrerà in appello contro quello che definisce un ‘processo mediatico' e ‘un'abominio giuridico'. Gli altri due imputati, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, sono stati condannati rispettivamente a ventitré e ventuno anni di carcere.

Willy Monteiro Duarte è stato ammazzato di botte la notte del 6 settembre 2020. Voleva aiutare un amico vittima di un'aggressione, ma è stato brutalmente picchiato per meno di un minuto, un lasso di tempo che può sembrare minimo ma che lo ha ucciso. I colpi inferti al ragazzo sono stati talmente violenti che non aveva più un organo integro. È morto poco dopo, durante il trasporto in ambulanza.

I fratelli Bianchi, Belleggia e Pincarelli hanno sempre negato di aver ucciso Willy. Ma sono diversi i testimoni che li indicano come coloro che quella sera hanno iniziato la rissa e picchiato Willy. Sarebbero stati soprattutto i fratelli Bianchi, esperti di arti marziali, a colpire mortalmente il ragazzo.

"Li ho visti infierire tutti e quattro su Willy, e per tutti loro avrei voluto l'ergastolo. Non hanno mai mostrato segni di pentimento", aveva dichiarato la mattina della sentenza Samuele Cenciarelli, amico del 21enne e supertestimone al processo. "Willy è stato un esempio di coraggio e amicizia e spero di ispirazione per qualcuno più piccolo di noi. Il suo gesto non deve essere dimenticato. Di quel giorno ricordo tutto e non è vero come dice la difesa che non si vedeva nulla, che i lampioni erano spenti. Si arrampicano solo sugli specchi e spero che i giudici non ci credano".

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