Omicidio Vannini, il legale di Federico Ciontoli: “Non escludiamo appello alla Corte europea”
"Purtroppo conosco come funziona il sistema giustizia nel nostro paese, ma francamente ritenevo che almeno per i familiari ci fosse un annullamento. Il problema principale in Italia, e non mi riferisco a questo processo, è l'inadeguatezza culturale del giudicante rispetto alle interferenze esterne. Ci sono dei picchi di eccellenza, ma nella media è così. Non si può svolgere una funzione importante come quella del giudice, che è sottoposta a pressioni di tutti i tipi tramite il superamento solo di una prova mnemonica". A parlare a Fanpage.it è Domenico Ciruzzi, legale di Federico Ciontoli, condannato a nove anni e quattro mesi per omicidio volontario per la morte di Marco Vannini. L'avvocato ha dichiarato che "nel rispetto delle leggi esistono altre giurisdizioni": insomma, la vicenda giudiziaria potrebbe non essere finita, e almeno per Federico Ciontoli il legale potrebbe decidere di appellarsi anche alle Corte europea dei diritti dell'uomo. Non esclude questa possibilità nemmeno Andrea Miroli, difensore della famiglia Ciontoli, che però sottolinea come questa sia al momento solo un'ipotesi e che prima bisogna leggere le motivazioni della sentenza della Cassazione.
"Da giorni aveva pronta la valigia"
La sera della conferma delle sentenze della Corte d'Appello bis Antonio Ciontoli, la moglie Maria Pezzillo e i figli Federico e Martina, si sono costituiti in carcere. Federico, insieme al padre, è stato trasferito nel carcere romano di Regina Coeli. "Credo che l'esperienza avuta alla Nunziatella possa aiutarlo ad affrontare la reclusione", continua Ciruzzi. "Sono io ad avergli comunicato la decisione. Da giorni aveva già preparato la valigia ed era pronto a costituirsi. Questa vicenda mi ha segnato, Federico è un bravo ragazzo che secondo la stessa accusa avrebbe avuto 45 minuti di follia con la sua famiglia. Credo sia il più innocente, ha fatto anche più di Viola (Giorgini, la fidanzata assolta N.d.R.), perché la telefonata è innegabile. Mi meraviglio dei giudici, non è possibile non ascoltare la voce di quel ragazzo che chiede i soccorsi, che dice ‘mamma diglielo che devono venire', non si può cancellare dalla testa". Molto provati anche gli altri membri della famiglia Ciontoli: "È stato un momento drammatico quando si sono costituiti, soprattutto per le due donne e Martina, una ragazza così giovane che ha di fronte una condanna a nove anni di carcere", ha dichiarato Miroli.
Intervista di Simona Berterame