Omicidio Vannini, le motivazioni della sentenza: “Vera e propria crudeltà degli imputati”
Dopo la condanna a 14 anni di carcere per Antonio Ciontoli, giudicato colpevole di omicidio volontario per la morte di Marco Vannini, e 9 ai famigliari, la Corte di Assise d'Appello bis, come riportato dal legale della famiglia Vannini, Celestino Gnazi, ha pubblicato le motivazioni della sentenza.
Le motivazioni della sentenza: Vera e propria crudeltà
Con un post su Facebook, l'avvocato ha spiegato che la Corte di Assise di Appello bis, "laddove possibile, ha ricostruito i fatti in maniera analitica, con perfetta padronanza degli atti". Secondo quanto riportato dal legale, la Corte avrebbe evidenziato "le menzogne dei familiari" di Ciontoli, le quali avevano il solo scopo di "adeguarsi il più possibile alle dichiarazioni" del condannato. In merito all'atteggiamento tenuto dagli imputati, poi, la Corte d'Assise d'Appello bis avrebbe anche parlato di "vera e propria crudeltà", oltre che "depistamenti" realizzati tramite la "pulizia delle armi e del sangue, le menzogne ai soccorritori e gli accordi sulle versioni da dare".
Celestino Gnazi: Attendiamo la sentenza della Cassazione
L'avvocato Gnazi sottolinea come siano state tutte cose sempre ribadito dalla difesa che "ora, finalmente, emergono con chiarezza in una sentenza". Il legale della famiglia Vannini ricorda poi che non resta che attendere il verdetto della definitività che dovrà arrivare dalla Cassazione, così da dire "che Marco ha avuto la migliore Giustizia umanamente possibile", promettendo che "non verrà lasciato nulla di intentato affinché ognuno si assuma le proprie responsabilità". In conclusione, Gnazi ha tuonato: "Non ci si può rassegnare al perenne oltraggio della verità e verrà fatto tutto il possibile per farne emergere ancora un altro pezzo".