Omicidio Thomas Bricca, fissate le analisi sui cellulari di Roberto e Mattia Toson
Verranno effettuati mercoledì 16 agosto le copie forensi dei telefonini sequestrati di Roberto e Mattia Toson, padre e figlio, arrestati e trasferiti nel carcere di Civitavecchia lo scorso 18 luglio per l'omicidio di Thomas Bricca, il ragazzo di 18 anni raggiunto da un colpo di arma da fuoco alla testa che ha perso la vita qualche ora dopo in ospedale il 31 gennaio scorso. A riportarlo è la testata Ciociaria Oggi.
Decisivi per l'arresto dei due i risultati degli esami effettuati sul telefonino della vittima dove sarebbero stati rinvenuti elementi fondamentali per le indagini.
Accusati di omicidio volontario in concorso pluriaggravato e premeditato, con le aggravanti per futili motivi e premeditazione per rappresaglia, i due davanti al giudice si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. La speranza degli inquirenti è quella di trovare nuovi riscontri anche nei cellulari dei due presunti killer.
Il sequestro dei telefonini
Il telefonino di Mattia Toson è stato sequestrato lo scorso marzo: al momento dell'agguato in cui è stato colpito Thomas Bricca è risultato essere spento. Diversamente, invece, il telefono del padre, Roberto, risultava essere inutilizzabile. Nel frattempo, durante le indagini, i due hanno utilizzato altri dispositivi: è proprio all'interno di questi telefonini che gli inquirenti sperano di trovare nuovi elementi che possano confermare le ipotesi formulate fino ad ora, cercando fra i messaggi, le foto e le chat tra i due.
Lo scambio di persona
Che si fosse trattato di uno scambio di persona, gli amici lo avevano detto fin dall'indomani della tragedia. "Ero io il bersaglio, tutti sanno la verità", ha raccontato a Fanpage.it O., il ragazzo verso il quale era indirizzato lo sparo che, invece, ha raggiunto Thomas. I due si trovavano nello stesso gruppetto di ragazzi, nella piazzetta del centro di Alatri e quella sera indossavano entrambi un giubbottino bianco.
"Volevano uccidere me, non Thomas. È iniziato tutto per razzismo (O. è di origini marocchine, ndr) questa è la verità e la sanno tutti ad Alatri", ha continuato O. ai microfoni di Simona Berterame. Secondo le indagini, invece, potrebbe essersi trattato di una spedizione punitiva.
Il possibile movente dell'omicidio
La sera precedente allo sparo lo zio acquisito di Mattia, Francesco Dell'Uomo, sarebbe stato assalito da un gruppo di ragazzi di cui faceva parte anche O. e i due, padre e figlio, la sera successiva avrebbero messo in atto l'agguato per vendicare quanto accaduto la sera precedente. Secondo quanto emerso dalle indagini, a sparare sarebbe stato Mattia in sella alla moto guidata dal padre. Ma le indagini continuano.