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Omicidio Tarquinia, confessa il killer del prof Angeletti: “L’ho ucciso, ma non era premeditato”

Claudio Cesaris ha confessato: ha ammesso di essere stato lui a sparare a Dario Angeletti, il biologo marino dell’università di Viterbo.
A cura di Enrico Tata
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Claudio Cesaris ha confessato. Stando a quanto riporta l'agenzia Agi, ha ammesso di essere stato lui a sparare a Dario Angeletti, ma ha dichiarato che non è stato un omicidio premeditato. Il gip di Civitavecchia ha convalidato il fermo dell'indagato, che attualmente si trova nel reparto di Medicina protetta dell'ospedale Belcolle di Viterbo.

Chi è Claudio Cesaris, accusato dell'omicidio del prof Angeletti

Claudio Cesaris, 70 anni, lombardo, è un ex funzionario tecnico in pensione dell'Università di Pavia. Il motivo del delitto sarebbe di tipo passionale: una sorta di ossessione per una donna molto più giovane, una ricercatrice universitaria 39enne. Tra i due si sarebbe inserito, solo per amicizia, Angeletti che, per gelosia, sarebbe stato ucciso. Questa prima versione dei fatti, tuttavia, non sembra combaciare con le ammissioni fatte da Cesaris.

L'automobile di Cesaris è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza che si trovano intorno al parcheggio dov'è stato trovato morto il docente di Viterbo e questo ha consentito alle forze dell'ordine di risalire al tecnico in pensione.

L'omicidio di Dario Angeletti

Dario Angeletti, biologo marino dell'università di Viterbo, è stato ucciso con un colpo di pistola martedì scorso a Tarquinia. L'omicidio è avvenuto nel parcheggio per camper dell'area delle Saline, a poche centinaia di metri dal Centro Ittiogenico, dove Angeletti spesso si recava per lavoro. Il professore è stato ucciso con un colpo di pistola alla testa, ma l'arma del delitto ancora non è stata trovata. Probabilmente Cesaris se n'è disfatto.

Stando a quanto dichiarato dal presunto assassino, il delitto non è stato premeditato. In seguito a una conversazione casuale avuta con il docente, l'uomo avrebbe sparato all'altro alla testa, forse per una frase che lo ha offeso. Secondo gli avvocati della famiglia della vittima e dell'indagato, i due non si sarebbero mai incontrati prima. Praticamente non si conoscevano.

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