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Delitto di Arce, omicidio di Serena Mollicone

Omicidio Serena Mollicone, novità al processo: dopo 21 anni i Mottola decidono di parlare

Dopo 21 anni dalla scomparsa della ragazza, i membri della famiglia hanno deciso di parlare e di rispondere alle domande di un magistrato. Comincerà Marco, il figlio dell’ex comandante della caserma di Arce.
A cura di Enrico Tata
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Serena Mollicone
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Franco Mottola, Marco Mottola e Anna Maria Mottola sono accusati di aver ucciso e provato a nascondere il cadavere di Serena Mollicone nel giugno del 2001 ad Arce. Dopo 21 anni dalla scomparsa della ragazza, i membri della famiglia hanno deciso di parlare e di rispondere alle domande di un magistrato. Comincerà Marco, il figlio dell'ex comandante della caserma di Arce, che verrà ascoltato venerdì 6 maggio. Nelle udienze successive sarà la volta del padre e della madre. Dovranno provare a difendersi dalle accuse dei pm che, dopo la riapertura delle indagini nel 2017, sono convinti della colpevolezza della famiglia Mottola.

Le indagini: Serena era in caserma quando è stata aggredita

Serena era in caserma quando è stata aggredita, sostengono gli inquirenti. Ha sbattuto violentemente contro la porta dell'alloggio del comandante della stazione e poi è caduta a terra priva di sensi. Per cercare di nascondere il corpo della ragazza, che credevano ormai senza vita, i Mottola l'hanno legata e trasportata in un bosco nelle vicinanze di Arce. La ragazza è morta per soffocamento, a causa del nastro adesivo che gli è stato applicato sulla bocca e sul naso.

Serena poteva essere salvata

Serena Mollicone poteva essere salvata, secondo il parere del medico legale Luisa Regimenti, consulente di parte della famiglia della ragazza. Per Regimenti, "Serena è rimasta priva di sensi per sei ore dopo il violento colpo contro la porta dell'alloggio della caserma dei carabinieri di Arce è caduta priva di sensi a causa di alcune fratture craniche ma poteva essere soccorsa. È stata lasciata in agonia dalle quattro alle sei ore prima di essere uccisa dal nastro adesivo, che gli è stato applicato sulla bocca e sul naso provocandone il soffocamento".

Mollicone è stata trovata tre giorni dopo la sua scomparsa. Il suo corpo si trovava nel bosco dell'Anitrella in località Fonte Cupa. Aveva mani e piedi legati con fascette di plastica e una busta stretta alla testa. La mattina del presunto omicidio una testimone chiave l'ha vista entrare in caserma, dove probabilmente, questa è la ricostruzione dei pm, ha avuto un violento scontro con Marco Mottola. I famigliari hanno aiutato il ragazzo a disfarsi del corpo della ragazza, che credevano morta.

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