Delitto di Arce, omicidio di Serena Mollicone

Serena Mollicone, la sentenza d’appello per l’omicidio: confermata assoluzione per famiglia Mottola

Per l’omicidio di Serena Mollicone ad Arce nel 2001, la corte d’Assise d’Appello di Roma ha confermato l’assoluzione di Franco Mottola, della moglie Anna Maria e del figlio Marco.
A cura di Simona Berterame
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La corte d'Assise d'Appello di Roma ha confermato l'assoluzione di Franco Mottola, della moglie Anna Maria e del figlio Marco. Così si è concluso così il processo d'appello per la morte di Serena Mollicone. In primo grado tutti gli imputati sono stati assolti e fuori dal Tribunale di Cassino si era scatenata l'ira dei presenti contro la famiglia Mottola, con urla e insulti verso di loro.

Nel corso del processo d'appello per l'omicidio di Serena Mollicone l'accusa aveva chiesto la condanna per l'ex comandante della caserma dei carabinieri di Arce  Franco Mottola, a 24 anni, per sua moglie Annamaria, a 22 anni, e per il figlio Marco, a 21 anni.  Invece era stata chiesta l'assoluzione per gli altri due imputati ovvero i carabinieri Francesco Suprano, per prescrizione, e Vincenzo Quatrale, perché gli indizi non hanno raggiunto la consistenza di prova.

La sorella di Serena: "Questa non è giustizia"

"Sono molto amareggiata. Questa non è giustizia", sono state le prime parole di Consuelo, la sorella di Serena Mollicone, dopo la sentenza di assoluzione. Lo zio di Serena, Antonio, ha chiesto "che si faccia di tutto per arrivare alla giustizia". "Ho il dovere, come cittadino italiano e zio di Serena di fare in modo che emerga la giustizia pro Serena perché fino ad ora non è ancora emersa".

La tesi dell'accusa

Guglielmo Mollicone, papà di Serena ha sostenuto sin dall’inizio che la figlia era intenzionata a denunciare Marco Mottola per la sua attività di spaccio. Il litigo con il giovane, figlio del maresciallo della città, avrebbe poi portato secondo l'accusa al brutale omicidio. Serena il giorno della sua scomparsa si sarebbe recata nella caserma di Arce, dirigendosi verso l'alloggio dei Mottola. Lì, secondo la ricostruzione del pm, sarebbe nato un litigio e la ragazza sarebbe stata sbattuta violentemente contro una porta. Invece di prestarle soccorso, i Mottola l'avrebbero lasciata morire per poi abbandonare il suo corpo nel bosco.

La storia di Serena

Sono trascorsi 21 anni da quando Serena Mollicone è stata uccisa. Un tempo lunghissimo e al suo interno si sono susseguite tante udienze, colpi di scena e addirittura un suicidio. Serena scompare ad Arce il 1 giugno 2001. Il suo cadavere venne ritrovato dopo due giorni a Fonte Cupa, in un bosco del comune di Fontana Liri. Da lì inizierà la caccia al suo assassino. Nel 2003 venne arrestato il carrozziere Carmine Belli con l'accusa di aver ucciso la ragazza. Belli era lo stesso uomo che due anni prima aveva dichiarato di aver visto litigare Serena con un ragazzo biondo. Oggi sappiamo che la Procura ritiene che quel ragazzo fosse Marco Mottola. Ma tornando a Carmine Belli, venne rinviato a giudizio e affrontò un processo dove venne dichiarato innocente in tutti e tre i gradi di giudizio. Innocente che ha trascorso 18 mesi in carcere.

Il suicidio di Santino Tuzi

L'attenzione degli inquirenti si sposta verso la caserma di Arce nel 2008 quando il brigadiere Santino Tuzi si toglie la vita sparandosi all'interno della sua vettura. Pochi giorni prima il carabiniere aveva confidato ai suoi superiori e al magistrato procedente dell’epoca di aver visto entrare la ragazza nella caserma di Arce il giorno della sua scomparsa e di non averla più vista uscire. Pochi giorni dopo Santino ritratta la sua dichiarazione e poi viene ritrovato senza vita nella sua automobile. Da lì però cambia tutto e inizierà il capitolo della famiglia Mottola.

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