La rivelazione del fidanzato di Serena Mollicone: “Voleva denunciare per droga il figlio di Mottola”
"Il figlio del maresciallo Mottola si fa le canne e spaccia, bell'esempio per Arce. Prima o poi lo vado a denunciare". Lo avrebbe detto Serena Mollicone, la ragazza uccisa e trovata cadavere nel bosco di Arce nel 2001, al fidanzato. A riportarlo è stato proprio il ragazzo oggi nell'aula del Tribunale di Cassino, dove a distanza di vent'anni si sta celebrando il processo per l'omicidio della giovane. Secondo quanto dichiarato dal ragazzo, Serena Mollicone avrebbe espresso la volontà di denunciare il figlio del maresciallo Mottola una settimana prima della sparizione. Presenti in aula i cinque imputati: sono l'ex comandante della stazione di Arce, la moglie Anna Maria, il figlio Marco, l'ex vice comandante Vincenzo Quatrale e l'appuntato Francesco Suprano. I primi quattro sono accusati di concorso in omicidio, Quatrale deve rispondere anche di istigazione al suicidio per la morte del brigadiere Santino Tuzi, mentre Suprano è accusato di favoreggiamento.
L'omicidio di Serena Mollicone
Serena Mollicone è scomparsa all'età di 18 anni il primo giugno 2001. Per tre giorni non si sono avute notizie della giovane, fino a quando il suo corpo è stato trovato senza vita nel bosco di Arce, con mani e piedi legati con delle fascette e una busta di plastica in testa. Inizialmente i sospetti degli investigatori sono ricaduti sul padre Guglielmo, indagato e portato via dai carabinieri durante i funerali della figlia, ma nel 2006 la Cassazione lo ha prosciolto da ogni accusa. Una seconda indagine ha collocato il momento del suo omicidio nella caserma di Arce. Secondo l'accusa Serena Mollicone era andata nella caserma dei carabinieri, dove avrebbe avuto una discussione con Marco Mottola, e lì sarebbe stata aggredita, battendo la testa contro una porta e cadendo a terra svenuta. I Mottola, credendola morta, l'avrebbero poi portata in un boschetto e soffocata con un sacchetto di plastica.