Omicidio Sacchi, parla Paolo Pirino: “Ho spinto Anastasiya, ma non eravamo lì per uccidere”
"Sì, ho colpito Anastasiya alle spalle ma in modo leggero, dovevo solo spaventarla per prendere lo zaino. Poi mi sono ritrovato a terra spinto da non so chi, e Del Grosso ha fatto fuoco ma non so perché". Lo ha dichiarato in aula Paolo Pirino, imputato insieme a Valerio Del Grosso e Marcello De Propris nel processo per l'omicidio di Luca Sacchi. Le sue parole sono state riportate da Il Corriere della Sera. Il ragazzo, accusato di concorso in omicidio volontario, ha dichiarato che lui e Del Grosso non erano "lì per uccidere e neanche sapevo che Valerio Del Grosso fosse armato. La sua è stata una iniziativa personale". Pirino ha preso quindi le distanze dall'amico, colui che nella notte tra il 23 e il 24 ottobre 2019 ha materialmente ucciso con un colpo di pistola alla testa Luca Sacchi.
Il ruolo di Pirino nell'omicidio Sacchi
Paolo Pirino è stato arrestato insieme a Valerio Del Grosso il giorno dopo l'omicidio di Luca Sacchi. Si era nascosto nel terrazzo di casa della nonna, ma era braccato ormai da ore dalle forze dell'ordine, che poi hanno proceduto all'arresto. La sera prima era andato insieme all'amico al quartiere Appio, dove aveva appuntamento con il gruppo di Giovanni Princi, Luca Sacchi e Anastasiya Kylemnyk. Secondo quanto ricostruito dall'accusa, nello zaino di Anastasiya c'erano 70mila euro per comprare quindici chili di marijuana. Una compravendita concordata da Princi, già condannato a quattro anni per droga. Pirino e Del Grosso avevano progettato di rapinare il gruppetto e non dargli la quantità di marijuana concordata: per questo Pirino ha colpito Anastasiya con una mazza da baseball, mentre Luca Sacchi tentava di difenderla. Ed è a quel punto che Del Grosso è sceso dall'auto, ha sollevato il braccio con la pistola e ha fatto fuoco. Luca Sacchi morirà qualche ora dopo in ospedale, nonostante i tentativi dei medici di salvargli la vita.