Omicidio Sacchi, il papà Alfoso: “È giusto che Del Grosso paghi, noi abbiamo l’ergastolo nel cuore”
Per la giornata di domani, martedì 29 marzo, è attesa la sentenza di primo grado nei confronti dei tre imputati per l'omicidio di Luca Sacchi, il personal trainer di 24 anni ucciso il 23 ottobre 2019 con un colpo di pistola davanti ad un pub nel quartiere Appio Latino, mentre era in compagnia della fidanzata Anastasiya Kylemnyk e alcuni amici.
Quella che sembrava una rapina si è rivelata uno scambio fra soldi e droga: "L'omicidio di Luca Sacchi ha posto al processo un antefatto che era la famosa trattativa di stupefacenti – ha dichiarato alla vigilia della sentenza Armida Decina, la legale della famiglia Sacchi – Per cui noi abbiamo da un lato Valerio Del Grosso, Paolo Pirino Marcello De Propris che sono imputati non solo per l'omicidio in concorso, ma anche per la rapina e la trattativa relativa all'acquisto di sostanze stupefacenti."
Oltre a loro, però, si sono altri imputati: "Abbiamo Armando De Propris, papà di Marcello, che è imputato esclusivamente per la detenzione dell'arma – continua l'avvocata – E poi abbiamo Anastasiya Kylemnyk che invece è imputata appunto per la trattativa per l'acquisto di sostanze stupefacenti, per cui abbiamo due filoni di posizioni diverse che però in realtà nel processo chiaramente si sono intrecciate tra di loro."
La speranza nella giustizia
Sia l'avvocata che la famiglia stessa di Luca Sacchi sperano e si aspettano che vengano accolte le richieste formulate dal pm che, nella requisitoria, ha chiesto l'ergastolo per Valerio Del Grosso, l'esecutore materiale dell'omicidio e trenta anni per Paolo Pirino e Marcello De Propris. "Non smetterò mai di dire che comunque la pena più grande sta scontando questa famiglia", ha detto l'avvocata Decina.
Il papà di Luca Sacchi, intervistato per Fanpage.it da Simona Berterame, ha ammesso: "È giusto che paghi con l'ergastolo, anche perché deve passare il messaggio che non è il modo di agire di questi giovani oggi che sono punibili. Questo è delinquenza, non è così la vita."
Ripensando alla dinamica dell'accaduto, ha aggiunto che la priorità era che Luca uscisse pulito com'era: "Io premetto che Luca era già andato verso Anastasiya per portarla via da quella situazione, quindi non ha affrontato l'uccisore, Valerio del Grosso, che magari si è difeso – ha specificato – No, lui gli è andato dietro, gli ha sparato e poi è tornato a prendere la refurtiva con il suo amico, quindi quello è un atto criminale e va punito."
Il dolore della famiglia
Poi ha ribadito: "Adesso decideranno i giudici: quello che mi interessa e che mi preme è che quello che ha sparato paghi." Infine, ripensando a tutto il dolore che sia lui che tutta la famiglia continua a provare, ha rivelato: "Noi l'ergastolo, ce l'abbiamo a vita, nel cuore: io e mia moglie anche il fratello Federico."