Omicidio Sacchi, i giudici: “Del Grosso ha sparato per foga, non gli importava della morte di Luca”
"Valerio Del Grosso ha agito con la chiara previsione e volizione della morte o del grave ferimento della vittima, indifferente al risultato perché, sul momento, era preso solo dalla foga di portare a termine la rapina". Lo affermano i giudici della Corte d'Assise di Roma nelle motivazioni della sentenza con cui hanno condannato Valerio Del Grosso, Paolo Pirino e Marcello De Propris rispettivamente a 27 il primo e 25 anni di reclusione i secondi per l'omicidio di Luca Sacchi, il giovane personal trainer ucciso fuori da un pub durante una compravendita di droga andata male. Assolto Armando De Propris mentre la fidanzata di Luca, Anastasiya Kylemnik, è stata condannata a tre anni per droga. Per i giudici non c'è nessun dubbio: Valerio Del Grosso, quando ha sparato, sapeva che Luca Sacchi poteva morire, "era pienamente consapevole sia della offensività del mezzo adoperato che delle conseguenze del tutto prevedibili che dalla sua azione potevano derivare".
La condanna dei complici Pirino e De Propris
Insieme a Valerio Del Grosso, che materialmente ha ucciso Luca Sacchi, sono stati condannati anche Paolo Pirino e Marcello De Propris. Pirino ha partecipato alla rapina, dando una bastonata ad Anastasiya Kylemnik per sottrarle lo zaino in cui erano contenuti i 70mila euro. De Propris ha fornito l'arma del delitto, consegnando la pistola a Del Grosso carica e pronta a sparare. Entrambi sono stati ritenuti colpevoli dell'omicidio del 25enne, anche se non sono stati loro a premere il grilletto. "Alla stregua del quadro probatorio, è provato che Del Grosso e Pirino agirono all'unisono la sera del 23 ottobre – scrivono ancora i giudici – Pirino era partecipe della compravendita di stupefacente col ruolo precipuo di prestare ausilio al complice Del Grosso proprio in ragione della sua ‘esperienza' in tali illeciti. Al pari del complice Del Grosso, era ben consapevole che si trattava di compiere un'azione affatto semplice, molto distante dal semplice scippo di una borsa che ha inteso proporre". Per quanto riguarda Marcello De Propris, "è indubbio, alla stregua di tali risultanze, il contributo morale, in termini di rafforzamento del proposito delittuoso, e materiale prestato alla commissione dell'omicidio oltre che della rapina, quale fornitore dell'arma carica e pronta all'uso in un contesto fattuale che rendeva altamente probabile il suo effettivo utilizzo, come in effetti si è verificato".
"Anastasiya aderente al disegno criminoso"
Condannata anche la fidanzata di Luca Sacchi, Anastasiya. La ragazza ha cercato inizialmente di depistare le indagini, dicendo di non sapere cosa fosse accaduto e che il fidanzato era morto cercando di difenderla da un tentativo di rapina. Una versione che non ha da subito convinto gli inquirenti. Si è scoperto poi che trasportava nello zaino 70mila euro per conto di Giovanni Princi (condannato a quattro anni e quattro mesi) al fine di acquistare quindici chili di marijuana. Anastasiya non ha mai voluto dire la verità su quella sera, nonostante non appartenesse all'ambiente criminale e il ragazzo fosse morto. "L'adesione' di Anastasiya Kylemnyk ‘al disegno criminoso non è venuta meno dopo la consumazione della rapina e dell'azione omicidiaria nei confronti di Luca, che giaceva a terra esanime fra le sue braccia, e neppure alla sua morte, perché l'imputata ha taciuto circostanze fondamentali per la ricostruzione della dinamica dei fatti e dei suoi autori, contribuendo altresì nell'immediatezza alla messa in sicurezza della somma di denaro che custodiva nella sua auto (dove probabilmente l'aveva personalmente riposta) dando le chiavi a Princi che, come detto, avrà come primo pensiero, dopo aver lasciato in ospedale il fratello del Sacchi, di tornare presso il pub e recuperare l'auto con il denaro", si legge nelle motivazioni.