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Morte del carabiniere Mario Cerciello Rega a Roma

Omicidio Rega, le chat tra carabinieri sui due imputati: “Ammazzateli alla Cucchi”

Sono state depositate le chat intercorse tra carabinieri con frasi agghiaccianti sul fermo di Natale Hjorth, uno degli imputati per l’omicidio di Mario Cerciello Rega e bendato in caserma.
A cura di Alessia Rabbai
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"Ammazzateli più che potete, alla Cucchi". È una delle frasi comparse nelle chat tra i carabinieri del Nucleo investigativo e altri colleghi e depositate in sede processuale. L'autore sarebbe Fabio Manganaro, il militare a processo per aver bendato Natale Hjorth nella caserma di via in Selci, accusato di aver messo in atto una misura di rigore non consentita dalla legge. I suoi avvocati difensori hanno dichiarato che: "Il maresciallo Fabio Manganaro non ha mai pronunciato né scritto nessuna delle parole riportate nelle chat e tali fatti non sono contestati a Fabio Manganaro – chiariscono i legali Roberto De Vita e Valentina Guerrisi – Si tratta di conversazioni intervenute tra altri militari e non riferibili in alcun modo al nostro assistito. Semmai dimostrano chiaramente in quale contesto il maresciallo Manganaro ha operato ed è riuscito a garantire l’incolumità del fermato" . L’imputazione riguarda l’aver apposto un foulard a copertura degli occhi e non altro”.

Ad estrarre le conversazioni è stato l'ingegnere incaricato dal pubblico ministero Sabrina Calabretta, che ha lavorato su smartphone e computer dei militari. I messaggi estrapolati tradiscono affermazioni agghiaccianti nei confronti di persone sottoposte a fermi o misure cautelari, in questo caso specifico Christian Natale Hjort, uno dei due ventenni americani, insieme a Finnegan Lee Elder, imputati nel processo per l'omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, ucciso a coltellate nella notte del 26 luglio del 2019 in via Pietro Cossa nel quartiere Prati e morto dissanguato all'ospedale Santo Spirito. La prossima udienza del processo è fissata per il 5 aprile.

Le chat dei carabinieri dopo il fermo di Natale

A riportare le conversazioni intercorse tra carabinieri nelle chat dopo il fermo di Natale avvenuto nelle ore successive alla morte del collega Cerciello Rega è Il Corriere della Sera. Chiarendo per completezza d'informazioni che una parte dei militari presente nelle chat ha preso le distanze dalle affermazioni violente, rimproverando il comportamento dei colleghi e il fatto di aver bendato Natale, le frasi scritte da altri sono invece molto forti, fino ad inneggiare la pena di morte.

Conversazioni che inciterebbero a un trattamento "alla Cucchi", facendo esplicito riferimento al caso del 2009 in cui Stefano Cucchi è morto, dopo essere stato sottoposto a misura cautelare. Vicenda per la quale la Corte d'Assise D'Appello a maggio 2021 ha condannato in secondo grado a tredici anni di reclusione i due carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro per omicidio preterintenzionale e la Procura della Repubblica di Roma lo scorso dicembre ha chiesto la condanna di tutti e otto i carabinieri finiti a processo per i presunti depistaggi.

Nelle chat un altro carabiniere, ispirandosi ai metodi utilizzati in altri Paesi del mondo scrive: "Non mi venite a dire arrestiamoli e basta! Devono prendere le mazzate. Bisogna chiuderli in una stanza e ammazzarli (…) ‘sti soggetti sono come le bestie". Un altro, curioso di come i colleghi abbiano svolto il fermo dei due ventenni americani domanda: "Li avete sfondati di mazzate?" E un altro ancora suggerisce: "Bisogna squagliarli nell’acido".

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