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Omicidio Pasolini, rigettata la richiesta di riapertura delle indagini: “Quei Dna sono stati già esaminati”

La Procura di Roma ha rigettato l’istanza di riapertura delle indagini sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini. I tre Dna che il regista David Grieco e dello sceneggiatore Giovanni Giovannetti hanno chiesto di esaminare sarebbero stati già analizzati anni fa e apparterrebbero a “soggetti già valutati”.
A cura di Enrico Spaccini
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L'indagine sull'omicidio di Pier Paolo Pasolini non sarà riaperta. Lo ha deciso la Procura di Roma che ha rigettato l'istanza depositata nel marzo scorso redatta dall'avvocato Stefano Maccioni a nome del regista David Grieco e dello sceneggiatore Giovanni Giovannetti. Il 2 novembre del 1975 l'intellettuale bolognese venne assassinato sulla spiaggia dell'idroscalo di Ostia. Giuseppe "Pino" Pelosi venne condannato in via definitiva a 9 anni e 7 mesi in quanto ritenuto l'omicida di Pasolini, ma l'istanza voleva accertare a chi appartenessero i tre Dna che i carabinieri dei Ris individuarono nel 2010 sulla scena del crimine.

Per l'avvocato Maccioni, con le analisi di quei tre Dna sarebbe stato possibile "arrivare a una verità giudiziaria" dato che avrebbero fornito nuovi elementi da cui far ripartire le indagini. "Pino Pelosi non era solo", aveva dichiarato il legale. Secondo il pm Francesco Minisci, invece, gli spunti "valutati alla luce delle imponenti attività svolte" nel vecchio procedimento "non sono idonei a consentire l'attivazione della procedura di riapertura delle indagini".

Nell'istanza si è sostenuto che "oggi è tempi di fare verifiche più diffuse" rispetto a quanto fatto anni fa, "tenendo presenti anche le dichiarazioni di Maurizio Abbatino, esponente della Banda della Magliana". Per la Procura di Roma, però, quelli rinvenuti sarebbero elementi "per alcuni aspetti non focalizzati sull'omicidio ma riguardanti episodi di contorno", in alcuni casi "ripetitivi di attività già svolte e orientati verso soggetti già valutati" dato che apparterebbero a profili già presenti "nell'atto di opposizione depositato nel procedimento definito con ordinanza di archiviazione". Per il magistrato, quindi, effettuare nuovi accertamenti su quei tre Dna "non appaiono utili ad aggiungere altri elementi" alle indagini.

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