Omicidio Muratovic, l’avvocato dei fratelli fermati: “La famiglia è terrorizzata, teme vendetta”
"I miei assistiti hanno paura, la situazione è abbastanza delicata anche fuori, siamo di fronte ad una situazione abbastanza vendicativa", così esordisce la legale che difende i due fratelli che ieri sera si sono costituiti per l'omicidio di Leonardo Muratovic, pugile 26enne ucciso ad Anzio nella notte fra sabato e domenica scorsi.
Intervistata da Fanpage.it, l'avvocato Serena Gasparini ha spiegato che si tratta di una situazione più che delicata: "Anche i familiari in questo momento sono particolarmente spaventati e stanno cercando di non uscire perché a quanto pare c'è un istinto di vendetta abbastanza serio. Non a caso – ha ricordato – Il padre del ragazzo che ha perso la vita ha raggiunto i due buttafuori del locale mentre andavano in commissariato per rendere dichiarazioni e li ha accoltellati: anche i miei due clienti sono a rischio".
La tragica sera
Secondo quanto i due fratelli hanno raccontato all'avvocato, sarebbe tutto iniziato da una discussione poi sfociata in colluttazione: "Ovviamente non è successo volontariamente: è nato tutto per una discussione, c'era la presenza di un coltello, vedremo poi chi lo possedeva – ha spiegato facendo riferimento alla possibilità che l'arma fosse stata estratta proprio dalla vittima – A noi non risulta che i nostri assistiti girassero armati anche perché non ne avevano motivo ed erano serenamente in un pub tranquilli".
Secondo quanto spiegato dalla legale, i due fratelli si sarebbero trovati già dentro al locale, quando è entrato Leonardo Muratovic: "Il ragazzo è arrivato dopo: la lite è iniziata all'interno e sono stati allontanati dal locale: è fuori che è avvenuta la tragedia". I ragazzi probabilmente si conoscevano: "Si tratta di ragazzi giovani che frequentano Anzio, gli stessi posti: si conoscevano almeno di vista", ha continuato la legale.
Restano sconosciute le ragioni che hanno portato allo scontro: "Questo aspetto ancora non è emerso nelle dichiarazioni – ha sottolineato l'avvocato – Credo si tratti di discussioni banali, ma non ho elementi: secondo alcune testimonianze è nato tutto da uno scambio di battute, probabilmente qualche offesa un po' provocatoria, qualche azione o frase presuntuosa".
La decisione di consegnarsi alle autorità
Nella serata di ieri i due fratelli, accompagnati proprio dall'avvocata, si sono presentati alla stazione dei carabinieri Gianicolense di Roma per costituirsi: "Il fratello minore ha ammesso di aver colpito e ha chiarito che il maggiore non c'entra, è assolutamente estraneo ai fatti, ma erano presenti entrambi sul luogo dell'omicidio".
I due ragazzi si sono subito affidati allo studio legale Gasperini- Fabrizi essendosi già rivolti a loro in passato: "Noi siamo difensori storici del fratello maggiore, pregiudicato per risse e minacce, il minore invece è incensurato – ha specificato – Mi hanno scritto dicendomi che volevano presentarsi alle autorità e mi chiedevano di supportarli in questo passaggio delicato. Io ho risposto dicendo loro che li aspettavo nello studio e che li avrei accompagnati: quando li ho sentiti erano particolarmente scossi, avevano passati dei giorni di panico".
Il ruolo dei testimoni
Quando si sono verificati i fatti, erano molte le persone presenti davanti al locale tanto che, almeno inizialmente, si è parlato della presenza di tre o cinque persone: "Non so quante persone abbiano preso parte alla rissa, quello che è certo è che il contatto fisico è avvenuto fra il fratello minore e il ragazzo: gli altri probabilmente cercavano di sedare la rissa e dividerli".
Numerose sono anche le testimonianze delle persone che si trovavano nel locale quando si sono svolti i tragici fatti: "Purtroppo è una grande tragedia, vedremo come verrà valutata l'attendibilità di tutte le testimonianze. Ricordiamoci che di risse avvenute la sera è difficile sapere chiaramente che cosa è accaduto".
Il fermo dei due fratelli
L'avvocato Gasperini, infine, ha detto di aspettare l'interrogatorio: "Il fermo è stato notificato, la situazione in questo momento è ancora da approfondire: dagli atti capirò la linea difensiva – ha dichiarato – Occorrerà valutare con attenzione: si tratta di ragazzi giovani che si sono presentati alle forze dell'ordine e hanno scelto di assumersi la responsabilità del fatto, nonostante le prime ore di panico".