Omicidio Mollicone, la superperizia: Serena morì soffocata dopo colluttazione
C'è stata una colluttazione, ha sbattuto la testa contro una superficie piana, ma la morte potrebbe essere avvenuta per soffocamento. In altre parole, Serena Mollicone forse era ancora viva quando le è stato stretto un sacchetto di plastica in testa, che poi è stato ritrovato insieme al cadavere nei boschi di Arce. Questi i risultati della superperizia eseguita dal medico legale Cristina Cattaneo dell'Università di Milano: "Che il trauma cranico abbia provocato uno stordimento e poi la morte sia sopraggiunta per asfissia è un'ipotesi molto probabile ma non abbiamo gli elementi per dirlo con certezza. La morte per asfissia meccanica è una diagnosi che si fa per esclusione, è una causa di morte che lascia pochissimi segni".
Secondo Cattaneo "le ecchimosi e le contusioni sono state provocate quando c'era attività vitale. Strattonamenti e pugni e hanno lasciato segni evidenti. Il trauma cranico alla fronte sinistra, che ha dato vita ad una violenta emorragia, è stato provocato da un urto contro una superficie piana e più grande del cranio". Questa superficie piana, secondo gli inquirenti, sarebbe una porta di una stanza della caserma di Arce. "Analizzando le fratture del cranio è emerso che nessuna delle lesioni è scomposta, cosa che succede quando l'oggetto che ha provocato le fratture è una superficie piana grande. Inoltre tutte le fratture sono coerenti e possono essere state prodotte da un unico urto", ha spiegato la scenziata. Secondo Cattaneo Mollicone potrebbe aver sbattuto la testa tra le 11 e le 11.40 del primo giugno 2001: "Il trauma è compatibile con quell'orario", ha detto l'esperta rispondendo a precisa domanda in aula.
L'udienza convocata per oggi serve ai pm per ricostruire l'omicidio. Per questo sono stati chiamati a deporre sia Cristina Cattaneo che l'ingegnere Remo Sala, ricercatore del dipartimento di Meccanica del Policlinico di Milano. Nelle successive udienze saranno chiamati a testimoniare, probabilmente, l'ex comandante del Ris di Parma, il generale Luciano Garofano e la criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone. La relazione di Cattaneo è stata depositata nel 2017 ed è stata decisiva per riaprire le indagini sull'omicidio di Serena Mollicone. La 18enne si sarebbe difesa strenuamente dall'aggressione avvenuta all'interno della caserma di Arce. L'ingegnere Sala, invece, avrà il compito di dimostrare come la porta danneggiata possa essere riconducibile al colpo provocato dalla testa di Serena. Per l'omicidio della 18enne di Arce sono imputati l'ex comandante della stazione dei Carabinieri di Arce, il maresciallo Franco Mottola, la moglie Anna Maria e il figlio Marco.