Omicidio Mollicone, chiesti trent’anni per il maresciallo Franco Mottola e 24 per il figlio Marco
Si è conclusa oggi, lunedì 4 luglio, davanti alla Corte d'Assise del Tribunale di Cassino la requisitoria della pm Beatrice Siravo per l'omicidio di Serena Mollicone, la ragazza uccisa nel 2001 ad Arce. Le richieste dalla pubblica accusa riguardano tutta la famiglia dell'ex comandante della stazione dei carabinieri, il maresciallo Franco Mottola: i tre sono imputati per l'omicidio e l'occultamento di cadavere di Serena Mollicone. Per il maresciallo Franco Mottola sono stati chiesti 30 anni, per il figlio Marco 24 e per Anna Maria, moglie del primo e madre del secondo, 21 anni.
In aula sono arrivate anche le richieste ai danni del maresciallo Quatrale, imputato invece per istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi e, infine, il carabiniere Francesco Soprano, per favoreggiamento rispettivamente di 15 e 4 anni. Presente in aula oggi Consuelo Mollicone, la sorella di Serena: "Giustizia per Serena, è l'unica cosa che chiediamo."
La reazione dei Mottola
Al termine della requisitoria, mentre lasciava il Tribunale di Cassino, il maresciallo ed ex comandante della stazione di Arce Franco Mottola ha dichiarato: "Siamo innocenti, questo non cambia." Tutti e tre, il maresciallo, Marco e Anna Maria Mottola hanno sempre difeso la loro posizione. Nel corso della requisitoria, però, sono molte le incongruenze portate alla luce dalla pm Siravo, a partire dai depistaggi e dal "crescendo di coperture" con cui il maresciallo avrebbe, secondo la procura, insabbiato la condotta del figlio Marco, sia in relazione all'omicidio di Serena Mollicone che in altre occasioni. Se non avesse chiesto per primo il trasferimento in un'altra stazione, sarebbe stato il comando provinciale a chiedere un provvedimento disciplinare per "incompatibilità ambientale" e a fargli cambiare caserma.
Chiesti 15 anni per Quatrale
"Santino Tuzi si è suicidato perché lasciato solo." Questo è quanto ha dichiarato oggi in aula la pubblico ministero Siravo prima di passare alle richieste dell'accusa. Santino Tuzi, brigadiere in servizio alla stazione di Arce, come si sente in un'intercettazione registrata nell'automobile del militare, si era confidato con Quatrale, dicendogli che aveva visto entrare una ragazza in caserma. "Quella mattina vidi entrare una ragazza, ma non ne ho parlato con nessuno". "Ma una ragazza o Serena?", chiede Quatrale. "Una ragazza". "No. Gli hai detto che è entrata Serena in Caserma?"
Tre giorni dopo questa conversazione, il brigadiere si è tolto la vita con un colpo di pistola: "Se Santino non si fosse suicidato, visto che nessuno confermava le sue dichiarazioni, sarebbe andato a giudizio per l'omicidio come è accaduto a Carmine Belli (carrozziere di Rocca d'Arce, ndr). Vorrei riabilitare l'immagine di Santino." Indagato per concorso morale nell'istigazione al suicidio del brigadiere Tuzi, come anticipato, per Quatrale la pm ha chiesto 15 anni.