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Delitto di Arce, omicidio di Serena Mollicone

Omicidio Mollicone, chieste le condanne per i Mottola: 24 anni al maresciallo, 22 al figlio e alla moglie

Chieste le condanne per i Mottola nel processo di secondo grado di Serena Mollicone: 24 anni per il maresciallo Franco, 22 per il figlio Marco e la moglie Annamaria.
A cura di Beatrice Tominic
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Ventiquattro anni per il maresciallo Franco Mottola, 22 anni per la moglie Annamaria e per il figlio Marco. Queste le condanne chieste nella mattina di oggi, martedì 2 luglio, in udienza per il processo di secondo grado davanti alla Corte d'Assise d'Appello di Roma sull'omicidio di Serena Mollicone, la diciottenne ritrovata senza vita ad Arce nel 2001. Le richieste, pronunciate dai sostituti procuratori Francesco Piantoni e Deborah Landolfi, erano già state anticipate nella memoria conclusiva depositata lo scorso 21 giugno.

La requisitoria in aula: la responsabilità con i Mottola e il paragone con Vannini

È stata vista entrare nell'abitazione in cui vivevano i Mottola, in caserma, e non è mai stata vista uscire. Per questo, secondo al sostituta procuratrice generale Landolfi esiste un parallelismo fra Serena Mollicone e Marco Vannini, in merito all'obbligo "garanzia e di protezione dei titolari dell'abitazione nei confronti di persone da loro ospitate che si trovino in pericolo di vita", come lo è stata Serena Mollicone.

Nella memoria conclusiva di Landolfi e Piantoni si legge: "Marco ha messo in pericolo la vita di Serena in un appartamento dove solo i Mottola potevano accedere e avevano l'obbligo di intervenire. Entrambi i genitori e lo stesso Marco avevano l'obbligo di garanzia di prestare soccorso alla ragazza che era entrata nell'abitazione di cui solo essi avevano la disponibilità e ciò non hanno fatto, anzi hanno voluto nascondere quanto era successo per evitare conseguenze penali ai danni del figlio – sottolineano – Ma, in questo caso, hanno anche deciso di soffocare la ragazza e quindi di ucciderla deliberatamente, per poi far sparire il corpo ed ogni traccia".

Una situazione simile, viene precisato, a quella vissuta da Marco Vannini quando, ospite in casa della fidanzata, "viene ferito da un colpo di arma da fuoco sparato dal padre della ragazza (Antonio Ciontoli, ndr) e poi lasciato morire senza chiamare adeguati soccorsi".

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