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Omicidio Primavalle, Michelle Causo uccisa a Roma

Omicidio Michelle Causo, niente processo per il papà: la madre del killer lo aveva denunciato per stalking

Il padre di Michelle Causo non finirà a processo per stalking nei confronti della madre del killer della figlia. Il gup ha emesso la sentenza di non luogo a procedere, perché “il fatto non costituisce reato”.
A cura di Alessia Rabbai
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Il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Roma oggi ha emesso la sentenza di non luogo a procedere nei confronti del padre di Michelle Causo, accusato di stalking nei confronti della madre del killer, che ha ucciso sua figlia. Il gup ha archiviato il caso, perché "il fatto non costituisce reato". Gianluca Causo è stato denunciato per stalking dalla mamma del ragazzo, che ha ucciso Michelle, per poi nasconderla in un sacco nero e abbandonarla in un carrello della spesa accanto ai cassonetti in zona Primavalle a Roma il 28 giugno del 2023.

"Per mio assistito liberazione da processo penale"

La donna ha dichiarato in sede di denuncia di aver ricevuto da lui un gran numero di telefonate e il pubblico ministero della Procura Albamonte ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio, che non è stata accolta. "Questa sentenza per il mio assistito rappresenta una liberazione da un processo penale, che sarebbe stato un problema anche a livello economico ed emotivo" così ha dichiarato a Fanpage.it il verdetto del gup l'avvocato della famiglia Causo Antonio Nebuloso. "Il comportamento di Gianluca Causo, papà di Michelle, è stato dovuto ad un momento in cui aveva visto sua figlia morta". Il giudice dunque ha deciso di non andare avanti.

Chiesti 20 anni di carcere per il ragazzo che ha ucciso Michelle Causo

A giugno 2024 c'è stata l'udienza del processo con il rito abbreviato per la morte di Michelle Causo. La Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori ha chiesto una condanna a vent'anni di reclusione per il giovane che l'ha uccisa. In quel frangente la difesa ha tentato di confutare l'aggravante della premeditazione. L'imputato interrogato ha confessato il delitto, fornendo però una versione dei fatti che non ha convinto gli inquirenti.

Il giovane ha raccontato che Michelle lo avrebbe minacciato, puntandogli contro una pistola per motivi legati ad una presunta compravendita di droga e che lui di contro per lo spavento, avrebbe afferrato un coltello da cucina, per poi colpirla diverse volte. Si è poi liberato del cadavere, mettendolo dentro ad un sacco nero in un carrello della spesa e abbandonandolo vicino a dei cassonetti.

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