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Omicidio Marco Vannini

Omicidio Marco Vannini, la difesa dei Ciontoli: “Attoniti per sentenza sbagliata”

“Sono attonito, non riesco a comprendere come sia possibile aver confermato una sentenza così errata in particolare per i familiari di Antonio Ciontoli”, ha dichiarato Giandomenico Caiazza, che fa parte del collegio difensivo della famiglia Ciontoli. Maria, la moglie, Federico e Martina, i figli, sono stati condannati a 9 anni e 4 mesi per concorso semplice nell’omicidio volontario di Marco Vannini.
A cura di Enrico Tata
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"Sono attonito, non riesco a comprendere come sia possibile aver confermato una sentenza così errata in particolare per i familiari di Antonio Ciontoli", ha dichiarato Giandomenico Caiazza, che fa parte del collegio difensivo della famiglia Ciontoli. La Corte di Cassazione oggi ha confermato la sentenza pronunciata dai giudici d'appello bis e quindi la condanna per omicidio volontario nei confronti di Antonio Ciontoli a 14 anni di reclusione e la condanna a 9 anni e 4 mesi di carcere per la moglie Maria e i figli Martina e Federico. I giudici della Cassazione hanno modificato il ‘concorso anomalo' in ‘concorso semplice' nell'omicidio volontario di Marco Vannini. Concorso attenuato "dal minimo ruolo e rapporto causale". Questo però non cambia la loro pena, poiché i giudici hanno confermato la condanna già inflitta dai giudici di secondo grado.

La posizione dei familiari di Antonio Ciontoli

Dopo la sentenza d'appello l'avvocato Miroli, uno dei legali dei Ciontoli, aveva chiesto l'assoluzione per i famigliari di Antonio:  "Non avevano consapevolezza della situazione: se ci fosse stato il sangue che usciva dalla ferita ne avrebbero avuta, ma non c'è stata fuoriuscita di sangue e l'emorragia purtroppo era solo interna". Federico Ciontoli, per esempio, ha dichiarato ai microfoni di Fanpage.it: "Lui è giusto che paghi (riferito al padre ndr.), è giusto che paghi perché la vita di una persona, Marco non c’è più e gli è stata strappata per una cazzata, per uno scherzo del cazzo. Non è giusto inventare una storia affinché paghi di più, non si può dire che c'è stato un clan. Io non sarei mai stato complice di mio padre nel far soffrire una persona, figuriamoci nel farla morire".

Federico è "una vittima", ha dichiarato all'agenzia Nova l'avvocato Domenico Ciruzzi: "Dico questo portando solamente l'esempio di Viola. Quella di Viola e' stata la stessa condotta di Federico con la differenza che Federico si è opposto al padre, ha raccontato lui del colpo di pistola, eppure Viola giustamente assolta e il ragazzo condannato a 9 anni e sei mesi. Credo che questo processo come altri rappresenti la spia di un sistema che non funziona più".

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