Omicidio Luca Sacchi, sentenza d’appello: 27 anni a Del Grosso, rissa tra familiari in tribunale
I giudici della Corte d'Appello hanno confermato la condanna inflitta in primo grado per l'autore materiale dell'omicidio di Luca Sacchi: 27 anni a Valerio Del Grosso, colui che ha premuto il grilletto della pistola. Erano stati condannati a 25 anni il complice di Del Grosso, Paolo Pirino, e Marcello De Propris, che consegnò ai due l'arma del delitto. I magistrati di secondo grado hanno deciso di ridurre la condanna a 14 anni e 8 mesi. La fidanzata di Sacchi, Anastasiya Kylemnyk, è stata condannata a tre anni per violazione della legge sugli stupefacenti.
Rissa tra familiari nei corridoi della Corte d'Appello
Ci sono stati momenti di forte tensione tra i familiari di alcuni imputati nei corridoi della Corte d'Appello. Al secondo piano del tribunale alcuni presenti si sono scambiati durissime accuse e sono arrivate a un brusco faccia a faccia. Le forze dell'ordine sono dovute intervenire per cercare di separarli. Sconosciuto, per il momento, il motivo della discussione.
Il papà di Luca Sacchi: "Soddisfatti per conferma condanna"
Il papà di Luca Sacchi, Alfonso, si è detto soddisfatto per la conferma della condanna a Del Grosso: "E' stata una giornata pesante e con tanta ansia, ma siamo soddisfatti per la conferma della condanna. È andata troppo bene a Paolo Pirino che era in macchina con lui e sapeva che era armato".
"Siamo soddisfatti perché ha retto l'impianto accusatorio per Del Grosso, esecutore materiale dell'omicidio, ora attendiamo le motivazioni", ha aggiunto l'avvocato Armida Decina, che assiste i genitori di Sacchi insieme al collega Paolo Salice.
La sentenza di primo grado
Nelle motivazioni della sentenza di primo grado la corte spiega i motivi per cui Pirino e De Propris erano stati condannati a 25 anni: "Del Grosso e Pirino agirono all'unisono la sera del 23 ottobre. Pirino era partecipe della compravendita di stupefacente col ruolo precipuo di prestare ausilio al complice Del Grosso proprio in ragione della sua ‘esperienza' in tali illeciti. Al pari del complice Del Grosso, era ben consapevole che si trattava di compiere un'azione affatto semplice, molto distante dal semplice scippo di una borsa che ha inteso proporre".
E su De Propris: "È indubbio, alla stregua di tali risultanze, il contributo morale, in termini di rafforzamento del proposito delittuoso, e materiale prestato alla commissione dell'omicidio oltre che della rapina, quale fornitore dell'arma carica e pronta all'uso in un contesto fattuale che rendeva altamente probabile il suo effettivo utilizzo, come in effetti si è verificato".
Luca Sacchi, ricordiamo, è stato ucciso con un colpo di pistola il 23 ottobre del 2019 davanti al John Cabot pub in zona Appio-Latino a Roma nel corso di uno scambio soldi-droga.