Omicidio Luca Sacchi, al via processo in appello: “Speriamo confermino sentenza”
Iniziato davanti alla Corte d'Assise d'Appello di Roma il processo per l'omicidio di Luca Sacchi il giovane ucciso il 23 ottobre del 2019 davanti ad un pub nel quartiere Appio Latino con un colpo di pistola. Per il suo omicidio sono quattro le persone finite fra gli imputati. Oltre a Valerio Del Grosso, che ha commesso materialmente l'omicidio puntando contro Luca la pistola e sparando, alla sbarra anche Paolo Pirino e Marcello De Propris, già condannati a 25 anni. Oltre a loro tre, imputata anche Anastasiya Kylemnyk, fidanzata di Luca al momento dell'omicidio, sulla quale pende una sentenza di prima grado a 3 anni per violazione della legge sugli stupefacenti.
In attesa della prossima udienza, fissata per il prossimo 14 febbraio, i legali della famiglia di Luca, gli avvocati Paolo Salice e Armida Decina, hanno già dichiarato: "Siamo fiduciosi che la sentenza di primo grado venga confermata in toto".
Il papà di Luca, presente in Tribunale
La speranza, dunque, è che la sentenza possa essere confermata: "In primo grado ci sono state molte udienze e sono stati sentiti molti testimoni che hanno portato un contributo notevole e chiarificatore", hanno continuato i legali.
Non è mancato oggi neppure il papà di Luca, Alfonso Sacchi, che ha ribadito: "Potete immaginare quello che provano due genitori che hanno perso la cosa più grande, perché non c'è nulla di più grande dei figli e questo è un dolore che ti porti a vita: non dovrebbe mai accadere". Poi ha ammesso che, ogni incontro e ogni udienza, le sensazioni sono sempre le stesse: "Venire qui e rivedere quelle facce è ogni volta un'agonia".
L'omicidio di Luca Sacchi
Quando è stato ucciso, Luca Sacchi aveva appena 24 anni. Fin dalla sera stessa in cui il ragazzo è stato ucciso con un colpo di pistola davanti ad un pub, le versioni riportate dai protagonisti della vicenda si sono sempre mostrati incongruenti fra loro. Secondo le ricostruzioni dell'accusa, la tragedia è nata da uno scambio droga-soldi finito male. Del Grosso, che avrebbe dovuto fornire la marijuana alla coppia a fronte di un pagamento di 70mila euro, avrebbe invece deciso di rubare il denaro che si trovava nello zainetto della ragazza, senza fornire gli stupefacenti stabiliti.
Proprio mentre cercava di prendere lo zaino ad Anastasiya, è partito il colpo che si è rivelato fatale per Luca che ha provato a difenderla. Come anticipato, sono state molte le versioni, spesso discordanti, su quanto avvenuto in quella tragica notte in cui era stato organizzato lo scambio. Fra loro anche Giovanni Princi, il migliore amico di Luca, poi condannato per droga in rito abbreviato. Secondo quanto sostenuto dall'accusa, sarebbe stato proprio lui a recuperare i 70mila euro mai ritrovati dall'automobile di Anastasyia, dove erano stati nascosti proprio dopo lo sparo, quando Luca veniva trasportato in ospedale, dove è morto poco dopo.