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Omicidio Gloria Pompili: confermate le condanne. “Bimbi appesi in una cesta per farla prostituire”

Gloria Pompili è stata uccisa a 23 anni il 27 agosto del 2017 dal compagno e dalla zia che l’hanno massacrata di botte davanti ai figli per costringerla a prostituirsi. La corte d’appello ha confermato la condanna per omicidio volontario aggravato, scontando però la pena da 24 a 20 anni. Per piegarla al loro volere i suoi aguzzini appendevano i bambini in una cesta in balcone.
A cura di Redazione Roma
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I giudici della Corte di Appello di Roma hanno confermato la condanna per omicidio volontario aggravato per la zia di Gloria Pompili Loide Del Prete, e per il compagno Saad Mohamed Elesh Salem, concedendo un lieve sconto di pena rispetto a quanto deciso dai giudici della Corte d'Assise passando la condanna da 24 a 20 anni di reclusione. Il procuratore generale nella sua requisitoria aveva al contrario chiesto la conferma della condanna.

Gloria uccisa a 23 anni perché non voleva prostituirsi

La ragazza è stata uccisa il 27 agosto del 2017 a soli 23 anni, massacrata a calci e pugni davanti ai suoi figli di 3 e 5 anni, lasciata morire sul sedile dell'auto dopo essere stata picchiata. La ragazza viveva nel comune di Prossedi in provincia di Latina, con i familiari che la sfruttavano. Una di situazione di marginalità sociale e violenza, dove Gloria era vittima di abusi e violenze continue, costretta a prostituirsi dalla zia e dal compagno. Una vita di ricatti a cui provava a sottrarsi venendo per questo duramente "punita", e in cui i suoi bambini erano

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La morte di Gloria Pompili e le segnalazioni rimaste lettera morta

Nel corso del processo sono emersi dettagli atroci sul calvario della ragazza e su come i suoi aguzzini la piegassero al loro volere. Mentre lei era costretta a prostituirsi in casa, i figli venivano appesi a una cesta in balcone per tenerla sotto scacco. Una circostanza questa riportata da una vicina di casa e riportata anche i servizi sociali che, secondo i giudici, avrebbero agito con grande superficialità sottovalutando le segnalazioni arrivate sulle condizioni della donna e dei due bambini.

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