Omicidio Gabriel Feroleto: la sentenza di Cassazione condanna il padre Nicola a 24 anni di carcere
I genitori di Gabriel Feroleto sono stati ritenuti colpevoli di omicidio e condannati in via definitiva. I giudici della Suprema Corte di Cassazione mercoledì 8 giugno hanno confermato la condanna a 24 anni di reclusione per il padre Nicola, che ha ammesso il concorso nell'omicidio. La mamma del piccolo Gabriel, Donatella di Bona, aveva già rinunciato alla Cassazione e dovrà scontare una condanna a quattordici anni. Così termina la vicenda processuale relativa all'omicidio del bimbo di due anni e mezzo che si è consumato il 17 aprile del 2019 a Piedimonte San Germano, in provincia di Frosinone. La Cassazione ieri ha inoltre disposto il dissequestro dell'abitazione dove oltre a Gabriel e sua mamma vivevano la nonna Rocca Di Brango e lo zio disabile.
Il processo per l'omicidio di Gabriel Feroleto
Nei confronti di Donatella Di Bona i giudici della Corte d'Appello hanno stabilito di ridurre la pena, mentre il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Cassino aveva deciso l'ergastolo. Una riduzione che è stata riconosciuta in base al fatto che la donna è stata lasciata sola con il figlio piccolo in una situazione di degrado sociale, senza il sostegno delle istituzioni. Ed è stata lasciata da sola anche dal padre del bambino che, assistendo al momento in cui la donna lo ha soffocato, non ha fatto nulla per impedirglielo. Per lui i pubblici ministeri Valentina Maisto e Roberto Bulgarini avevano chiesto l'ergastolo.
L'omicidio di Gabriel Feroleto
L'omicidio di Gabriel Feroleto si è consumato in località Volla del centro del Frusinate, che conta poche migliaia di abitanti. Una zona di campagna dove, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti in sede d'indagine, Donatella e il padre del bambino, che non stavano più insieme, ma che si erano visti per intratternere un rapporto sessuale, erano in auto. Con loro c'era il piccolo Gabriel, che ha iniziato a piangere. Sua madre, che non riusciva a farlo smettere, gli ha premuto una mano sul volto, chiudendogli bocca e naso e impedendogli di respirare per diversi lunghi minuti, durante i quali è sopraggiunto il decesso. Successivamente ha raccontato ai carabinieri che il figlio era rimasto vittima di un incidente e che un pirata della strada lo aveva investito per poi scappare.