Omicidio di Serena Mollicone, in aula la consulente medico legale: “Lenta agonia, si poteva salvare”
Serena Mollicone poteva essere salvata. Ad esserne convinta e a dirlo in Aula è l'anatomopatologa direttrice del Labanof di Milano Cristina Cattaneo consulente della Procura, che oggi è stata chiamata dai giudici della Corte d'Assise d'Appello. "La morte di Serena non è stata immediata, la sua agonia è durata da una a dieci ore, poteva essere salvata". La perita ha aggiunto inoltre in merito alla ferita sulla testa di Serena che è "compatibile con buco trovato nella nella porta della caserma dei carabinieri di Arce: aveva un edema cerebrale, ma senza sanguinamento". Quella di Serena continua la consulente è stata "una morte lenta, sopraggiunta probabilmente per soffocamento".
Riaperto il dibattimento ai 4 imputati per la morte di Serena Mollicone
Il caso di Serena Mollicone è uno dei più noti cold case italiani, che a distanza di ventidue anni non ha ancora colpevoli. Serena, una studentessa di diciottanni è scomparsa in circostanze misteriose il primo giugno del 2001 da Arce, in provincia di Frosinone, uscita di casa per sottoporsi ad un'ortopanoramica non è più rientrata. È stata ritrovata morta due giorni dopo nella località boschiva fonte Cupa a Fontana Liri. Aveva le mani legate con delle fascette e una busta di plastica in testa. Per la sua morte sono finite a processo quattro persone, che il Tribunale di Cassino ha assolto a luglio del 2022. Lo scorso 26 ottobre è stato riaperto il dibattimento. La Procura ha infatti chiesto di ascoltare quarantaquattro testimoni.
Gli imputati per il delitto di Arce di Serena Mollicone
Gli imputati finiti a processo per la morte di Serena Mollicone sono la famiglia Mottola, composta dall'ex maresciallo Franco, la moglie Annamaria e il figlio Marco, accusati di omicidio volontario e due carabinieri, l'appuntato Francesco Suprano, accusato di favoreggiamento e il luogotenente Vincenzo Quatrale, che deve invece rispondere di concorso esterno in omicidio.