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News sull'omicidio di Rossella Nappini a Roma

Omicidio di Rossella Nappini, fermato un uomo sospettato di aver ucciso l’infermiera

La polizia ha fermato un uomo di 45 anni originario del Marocco fortemente sospettato di aver ucciso l’infermiera Rossella Nappini a Monte Mario.
A cura di Alessia Rabbai
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Rossella Nappini
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Un uomo di quarantacinque anni originario del Marocco è stato fermato dalla polizia. È fortemente sospettato dell'omicidio di Rossella Nappini, l'infermiera cinquantaduenne uccisa a coltellate in via Giovanni Allievo nel quartiere Trionfale a Roma lunedì 4 settembre. Gli agenti della Squadra Mobile coordinati dalla Procura lo hanno trovato e il pubblico ministero lo ha sottoposto a fermo d'indiziato di delitto. L'uomo è stato portato nel carcere di Regina Coeli e la sua posizione ora è al vaglio dell'autorità giudiziaria.

Il quarantacinquenne è stato rintracciato al termine di un'intensa attività investigativa partita a seguito dell'apertura dell'inchiesta per omicidio, dopo il ritrovamento del cadavere della donna. Gli agenti stamattina come ieri perlustrano l'area circostante l'edificio, forse alla ricerca dell'arma del delitto, che non è stata ancora trovata. L'ipotesi è che l'uomo, ascoltato, possa aver fornito informazioni sull'omicidio. Al momento gli investigatori mantengono il massimo riserbo. L'ospedale San Filippo Neri e la Asl Roma 1 hanno annunciato ufficialmente una fiaccolata commemorativa per Rossella, giovedì 7 settembre alle ore 19 in via Giovanni Martinotti 20: "Sarà un momento per ricordarla insieme, stringerci in un abbraccio e riflettere su quanto successo".

Ascoltato l'ex compagno ed altre persone

Nella notte gli investigatori hanno ascoltato l'ex compagno di Rossella ed altre persone in Questura, nel tentativo di raccogliere informazioni utili per cercare di ricostruire le ultime ore di vita della donna. Con chi si trovasse al momento in cui è stata uccisa e perché, se ci sia stata una lite. Non è ancora noto il movente dell'omicidio, né è stata per ora ritrovata l'arma del delitto.

Si sospetta un coltello o comunque una lama, dato che sul corpo sono state trovate diverse ferite d'arma da taglio. I poliziotti ieri oltre ai rilievi interni al palazzo dov'è stato ritrovato il corpo in una pozza di sangue, hanno setacciato l'area intorno allo stabile al civico 61, controllando anche l'interno dei cassonetti dei rifiuti in cerca di indizi di prova che possano essere d'aiuto nelle indagini.

La dinamica dell'omicidio di Rossella Nappini

La dinamica dell'omicidio è ancora al vaglio degli investigatori che indagano sulla vicenda. L'arma del delitto non è stata ancora ritrovata. La zia di Rossella stamattina intervistata dai giornalisti in via Allievo ha detto: "Non so se mia nipote ultimamente fosse fidanzata, né se si stesse frequantando con qualcuno, perché ci vedevamo poco". Ieri l'amministratore di condominio Paolo Tedesco ha spiegato anche ai microfoni di Fanpage.it che verso le 17 è stato chiamato mentre stava facendo dei giri di lavoro: "Mi hanno detto che nell'androne del palazzo c'era una pozza di sangue, sono rientrato per capire cosa fosse successo. Quando sono arrivato davanti allo stabile c'era già la polizia". I residenti hanno raccontato che nell'ultimo periodo Rossella viveva con sua madre, una condomina di ottant'anni.

Rose lasciate in ricordo di Rossella Nappini davanti al palazzo in via Giuseppe Allievo
Rose lasciate in ricordo di Rossella Nappini davanti al palazzo in via Giuseppe Allievo

Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri: "Un'altra tragedia ha strappato la vita ad una donna: Rossella Nappini era una madre, un’infermiera che si occupava con dedizione dei suoi pazienti, una persona generosa impegnata nella difesa dei diritti e della sicurezza delle donne. Mi stringo al dolore dei suoi cari e dei colleghi, attoniti, come tutti noi, per la brutalità con cui è stata barbaramente uccisa – si legge in un post pubblicato su Facebook – Dobbiamo contrastare la violenza sulle donne in tutti i modi possibili, rafforzare le leggi che cercano di combatterla e, soprattutto, lavorare per una trasformazione culturale profonda, a partire dall'educazione nelle scuole, basata sul rispetto delle differenze, inflessibile nella condanna anche di quegli atteggiamenti che troppo spesso vengono sottovalutati e tollerati. Questa strage deve finire una volta per tutte, non lasciamo che questa barbarie abbia il sopravvento".

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