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Omicidio di Luigi Finizio: vendetta sentimentale o inizio di una faida?

Prima dell’agguato, Luigi Finizio era stato minacciato di morte su Instagram. Spunta l’ipotesi del regolamento di conti per aver violato il codice d’onore criminale: “Te sco… le mogli dei carcerati e poi hai paura”. Ma chi ha ucciso un uomo di fiducia del Clan Senese nel loro territorio lo ha fatto di testa sua o ha chiesto il permesso? Da questo potrebbe dipendere lo scoppio di una faida criminale o meno.
A cura di Emilio Orlando
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"Te sco… le mogli dei carcerati e poi hai paura", "Ti odiano tutti e dicono pure che sei un infame". Nel fascicolo della direzione distrettuale antimafia, sull'omicidio del 51enne ucciso al Quadraro, spuntano i messaggi di morte che un uomo gli aveva postato. Il gruppo di fuoco è stato assoldato dalla Camorra per punirlo per aver contravvenuto al "codice" mafioso.

"Te lo giuro su mi fio, tu mi muori tra le mani". Un uomo, sulla cui identità sta indagando la Squadra Mobile e la Polizia postale, aveva inviato sul profilo di Instagram di Luigi Finizio alcuni messaggio chiari. Prima o poi gliela avrebbero fatta pagare. Secondo l'anonimo accusatore, che nei post si firmava L.B., il cinquantunenne ucciso lunedì sera con quattro colpi di pistola in via dei Ciceri, tra il Quadraro e il Tuscolano, era solito molestare le donne dei criminali, mentre questi ultimi erano in carcere. Uno sgarro che nella legge criminale non scritta viene punito con la morte, perché disonorevole e vigliacco.

Veniva apostrofato così, Luigi Finizio, mentre pubblicava dei selfie che lo immortalavano alla guida di automobili di lusso o mentre pubblicava fotografie con decine di orologi di marca in oro. È una delle piste investigative che gli inquirenti della direzione distrettuale antimafia della Capitale considerano promettente, pur non trascurando le altre che lo legano al cugino Girolamo, cognato e luogotenente del clan camorristico trapiantato a Roma, che fa capo al boss Michele Senese.

L'agguato, così come è stato ricostruito fino ad ora dai poliziotti della Sezione Omicidi, della Squadra Mobile e dalla Scientifica, appare studiato e progettato nei minimi dettagli quasi militarmente. Il pedinamento durato qualche ora per scegliere il luogo ideale e l'orario propizio per entrare in azione. Il raid, infatti è scattato poco prima delle 19,30 di lunedì, quando la vittima si è fermata al distributore su via dei Ciceri, poco distante da via Flavio Stilicone, dove abitava.

La strada dove è stato giustiziato è a senso unico di marcia così da permettere ad un "palo" di potersi posizionare all'inizio del viale all'incrocio con via degli Angeli, per dare il via ai due sicari che dopo aver ucciso Finizio sono fuggiti verso la biforcazione che immette su via Columella. L'orario prescelto per l'omicidio è quello che generalmente viene preferito dai malviventi per le rapine, perché proprio a quell'ora ci si trova a cavallo dei cambi di turno delle pattuglie di polizia e carabinieri, dove alcune devono ancora prendere servizio e altre stanno ancora rientrando.

Sulla scena del crimine, oltre all'autista della moto e al sicario che ha sparato, c'erano almeno altre due persone che seguivano la scena da lontano, pronte ad intervenire in caso di reazione. Ma Finizio ha avuto appena il tempo di voltarsi senza nemmeno riuscire ad estrarre l'erogatore della benzina. Uno dei killer lo ha raggiunto e gli ha sparato a distanza ravvicinata, non dandogli scampo, se non quello di tentare, invano un brevissima fuga verso il muro. Dove la scientifica lo ha fotografato, quando era già cadavere.

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